È lungo un secolo il legame tra il Touring e lo scenario dolomitico di Auronzo di Cadore (Bl). Sono infatti trascorsi cento anni da quel settembre 1913 in cui l’Escursione nazionale alpina in Cadore portò (allora!) più di ottocento soci Touring, col supporto logistico delle truppe alpine e la guida del Cai, a percorrere in quattro giorni di cammino oltre 75 chilometri e quasi 4mila metri di dislivello in salita per conoscere le Dolomiti cadorine lungo quello che era il «confine della Patria». Una manifestazione improntata all'eccezionalità, per quei tempi ma anche con gli occhi di oggi. Basti pensare che ad accompagnare la carovana dell’Escursione furono 75 alpini di stanza a Belluno e che, al lago di Misurina, i partecipanti furono accolti da Cesare Battisti «le cui calde parole strapparono insieme applausi e lacrime».
Questo finesettimana la presentazione ufficiale della Guida verde Tci dedicata alle Dolomiti, elette nel 2009 dall’Unesco Patrimonio naturale dell’umanità, è lo spunto per i soci Touring per ritrovarsi ad Auronzo per un incontro di tre giorni, da venerdì 20 a domenica 22 settembre. Un’iniziativa che vede la collaborazione tecnica del Club Alpino Italiano (che festeggia proprio quest’anno il 150° di fondazione) della sezione di Auronzo, che di anni ne ha solo 140, oltre che dell’Unesco e del Comune di Auronzo di Cadore.
Il cartellone dell'edizione 2013 è decisamente meno pionieristico di quello dell’Escursione nazionale di un secolo fa ma tutt’altro che banale. E prevede, tra l’altro, una passeggiata nella splendida riserva della foresta di Somadida – scelta da Ermanno Olmi per ambientare Il segreto del bosco vecchio tratto dal romanzo di Dino Buzzati – e fino al lago di Misurina, o sotto la luna attorno al lago di S. Caterina ad Auronzo, visite guidate a Pieve di Cadore e al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo, conferenze e momenti di intrattenimento. Così che i partecipanti possano conoscere dal vivo storia, tradizioni e letteratura dei Monti Pallidi, appellativo delle Dolomiti legato a un’antica leggenda ladina ripresa, tra gli altri, da Karl Felix Wolff.
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