L'Israel National Trail può essere percorso, indifferentemente, da nord a sud e viceversa. Sul terreno e sulle carte il tracciato è sempre regolarmente segnato dall’inconfondibile “tricolor” dove il senso di marcia, come già spiegato nell'articolo introduttivo, viene chiaramente indicato dalla disposizione dei tratti, rispettivamente, bianco e arancio. Noi seguiamo, in questa descrizione, la direzione nord – sud e, in generale, le tappe indicate dalla guida ufficiale di Israel National Trail nella sua versione più aggiornata. Le poche nostre segnalazioni divergenti sono dovute solo all’esigenza, pratica e funzionale, di ridimensionare percorsi che alla prova dei fatti allungano inutilmente il cammino (varie le ragioni, non ultima quella di evitare dove possibile il passaggio da distretti arabi; in ogni caso l’Israel National Trail, in quanto sentiero nazionale israeliano, non entra mai nei territori palestinesi).
Segnaliamo, infine, che i fine tappa non sempre coincidono con punti tappa significativi per chi non conosce Israele, e soprattutto con la disponibilità effettiva, in loco, di adeguate strutture di accoglienza. E questo può essere un problema sia per chi organizza sia per chi è abituato alla rete di accoglienza dei grandi cammini storici europei. In ogni caso per la rete di accoglienza si rimanda senz’altro alle puntuali informazioni fornite dalla guida ufficiale dell’Israel National Trail. Nella rete di accoglienza svolgono un ruolo portante i kibbuz (più antichi), comunità agricole a gestione collettiva e con sostegno statale, e i moshav (più recenti), comunità/villaggio dove sono stati Israel National Trailrodotti principi di liberalizzazione.
I resti di un ponte ferroviario turco danneggiato dagli inglesi nel 1917
INTRODUZIONE - quarta parte, Giudea meridionale
Da Even Sapir l’Israel National Trail si allontana da Gerusalemme proseguendo verso sud ovest. Lo scenario è di nuovo quello climaticamente moderato, fertile e dolcemente collinoso delle Lowlands (Shefelah) fra boschi pascoli e vigneti; poi, da Tel Sheket (tappa 24), mantenendosi sempre a sud dei territori palestinesi, di cui segue l’andamento confinale, il Trail punta decisamente verso sud est, con una lenta ma costante salita culminante al monte Amasa (840 m, inizio tappa 27), la seconda vetta dell'Israel National Trail dopo il Monte Meron, in ambienti naturali via via più aridi.
Dopo Amasa (tappa 27) l’Israel National Trail scende di quota, e, con Arad, si affaccia sul Mar Morto e sulla Rift Valley del Giordano ed entra di fatto nel Deserto del Negev. Nel complesso, un territorio poco noto ai camminanti occidentali ma ricco di storia, punteggiato da siti archeologici di notevole interesse che restituiscono le vestigia delle più antiche città della Giudea meridionale (un tempo detta anche Idumea); un antichissimo crocevia di popoli e di strade, teatro di decisive battaglie della storia di Israele e, nella tappa finale, estremo limite verso il deserto.
Il sito archeologico di Maresha
LE TAPPE DELLA QUARTA PARTE
Tappa 21: da Even Sapir a Netiv Ha’ Lamed Neh (26 km)
Tappa 22: da Netiv Ha’ Lamed Neh a Bet Guvrin (27 km)
Tappa 23: Da Beit Guvrin a Tel Keshet (23 km)
Tappa 24: da Tel Keshet a Kibbuz Dvir (25 km)
Tappa 25: da Kibbuz Dvir a Meitar (17 km)
Tappa 26: da Meitar a Amasa (23 km)
Tappa 27: da Amasa a Arad (23 km)
Beit Jimal /Gemal
I PUNTI DI INTERESSE DELLA QUARTA PARTE
Da segnalare nella tappa 21 il Kennedy Memorial, eretto in memoria del presidente statunitense John F. Kennedy, assassinato nel 1963. A poca distanza dal punto tappa va segnalato infine il complesso agricolo salesiano di Beit Jimal /Gemal, con il santuario dedicato alla memoria del protomartire Stefano, che, secondo alcune fonti, venne sepolto in questa zona, e con il bel monastero delle monache di Betlemme, impegnate nella produzione di icone e di altro prezioso artigianato.
Il Kennedy Memorial lungo la tappa 21
Le tappe 22 e 23 attraversano invece i luoghi (Valle di Elah) teatro del celebre duello fra Davide e Golia, duello che segnò la vittoria di re Saul e di Israele sui Filistei. Il percorso tocca o permette di raggiungere siti archeologici relativi ad altrettante città bibliche: Socoh, Azekah, presso le quali erano accampati i Filistei; Tel Goded, sito di una città del tempo di re Ezechia (sec. VII a. C.), Tel Zafit, che restituisce le vestigia di Gath, la città di Golia, Tel Lakish, con l’area dell’antica Lakish, fiorita nei secoli VII-VI a. C., e soprattutto le rovine della antica Eleutheropoli, ora Beit Guvrin, dove si sono succeduti fenici, edomiti, greci, romani, cristiano-bizantini e crociati e che con il vicino sito archeologico della più antica città di Maresha costituisce un Parco nazionale patrimonio Unesco. La zona di Maresha fu anche teatro della grande rivolta giudaica repressa sanguinosamente dai romani in età adrianea (133 d. C.) e ha restituito tracce della antica via romana che collegava Gerusalemme con le basi della costa (Ashkelon).
Un dipinto a Beit Guvrin
Nella tappa 24 prevale l’interesse ambientale. L’Israel National Trail si snoda in un territorio ondulato verdeggiante (famosa la solitaria tamerice di 400 anni sul Tel Nagila), attraversa i resti di un ponte ferroviario turco danneggiato dagli inglesi nel 1917 e, alle soglie ormai del deserto del Negev, incontra la riserva naturale del Nahal Pura (o Pora) con tanto di laghetto artificiale e di fioriture primaverili di anemoni, ranuncoli, papaveri, arrivando poi al Kibbuz Dvir attraverso il bel sentiero del Nahal Shikma manutenzionato dal KKL.
La solitaria tamerice sul percorso
Tappa 25: punti di interesse, presso il kibbuz Lahav, il Centro Joe Alon (1929-1973) primo pilota dell’esercito israeliano - con il Museo della civiltà beduina e il Museo della Prima Guerra mondiale in Palestina. Tappa 26: la foresta Yatir (la “foresta degli ebrei italiani”) , la più grande foresta non naturale di Israele creata dal KKL, ampliata nel 2016 con la “KKL Expo Forest”, nata grazie ai contributi dei visitatori del Padiglione di Israele all’Expo Milano 2015.
Tappa 27: la discesa verso Arad sulla strada romana costruita in età imperiale per consentire i collegamenti fra Gerusalemme e il Negev, il villaggio contadino arabo di Drejat con le sue abitazioni rupestri e il sito archeologico di Tel Arad, abitato sin dal IV millennio a. C, che restituisce vestigia imponenti e che fu sempre estremo baluardo contro le insidie provenienti dal deserto. Giorno di sosta, dopo Arad, per la visita al Mar Morto.
Tel Arad
LE TAPPE DA NON PERDERE DELLA QUARTA PARTE
Consigliamo soprattutto la 22 e la 23 a cui aggiungere mezza giornata di visita di Eleutheropolis; le 24, 26 e 27. Indispensabile, in più, la visita (un giorno) ai siti del Mar Morto.