Tra penisole di granito e scogliere scolpite dal vento che si protendono nell’Atlantico come grandi artigli verdi, la Bretagna è una terra da vivere in modo lento. Qui le distanze si misurano in tempi di percorrenza e non in chilometri: perché lungo la strada si ha sempre voglia di fermarsi per la meraviglia o capita di dover pazientare... dietro un trattore (la Bretagna è la prima regione agricola della Francia). Ci si continua a stupire perché il cambio di passo è continuo, dal piccolo borgo perfettamente conservato alla grande città, dalle falesie a strapiombo sull’oceano alle baie ampie e accarezzate dalle maree. E poi ci sono ettari di verde e di parchi, megaliti e foreste custodi di antiche leggende. 

Per un assaggio di questa terra, già l'approccio può essere all'insegna del turismo lento: è comodo infatti programmare un viaggio in treno, per esempio da Milano a Rennes via Parigi. Si utilizza la linea TGV inOui, che collega Milano Porta Garibaldi a Parigi Gare de Lyon (circa 7 ore, 5.30 da Torino); e poi, una volta a Rennes, capitale della Bretagna, si prosegue con la rete di trasporti pubblici di Breizhgo con cui ci si può muovere tra Côtes d’Armor e Ille-et-Vilaine, due delle quattro suddivisioni amministrative del territorio, per scoprire gli “incontournables”, ovvero gli immancabili, da Dinan alla Côte d’Émeraude. Spostarsi è davvero semplice; tra l'altro a Saint Brieuc si trova una comodissima Maison à vélo, i treni sono attrezzati per ospitare la due ruote e Cap Fréhel non potrebbe essere più vicino con la linea 2 da Saint-Cast-Le-Guildo o 14 da Saint-Malo. Gli uffici del turismo propongono app e opuscoli con tutte le randonnées o le balades (in francese, passeggiate) per scoprire questo territorio in modo lento; noi ne abbiamo scelte tre che portano da Rennes, lungo la Rance, fino alla costa.

Cap Frehel - foto Shutterstock

Passeggiata a Rennes: Odorico e l’arte dei mosaici 

Una delle prime cinque città francesi a ricevere il bollino di Destinazione Innovativa Sostenibile, Rennes ha due volti, quello raccolto intorno a un centro fatto di legno e pietra, con case a graticcio talmente particolari da farti desiderare di abitarci dentro, e quello della grandeur francese che si ritrova tra le vie della zona ricostruita dopo l'incendio e nelle architetture come il Palazzo del Parlamento. Per scoprirla in modo insolito si può partire alla scoperta dei mosaici della famiglia Oderico, artisti originari di Sequals, in provincia di Pordenone e arrivati a Rennes alla fine del XIX secolo. La loro competenza si diffuse in tutta la regione, ma è proprio in questa città che hanno lasciato il segno più duraturo: ad adornare monumenti, edifici pubblici e attività commerciali sono ben 27 opere. A volte basta alzare lo sguardo per ammirare le facciate Art Déco, ma per scoprire alcuni tesori meno visibili si può partecipare a un tour guidato organizzato dall’ufficio del turismo (1 rue de St-Malo, da1.30 a 2 ore).

I mosaici della famiglia Odorico - foto Thomas Crabot
I mosaici della famiglia Odorico - foto Thomas Crabot
I mosaici della famiglia Odorico - foto Thomas Crabot
I mosaici della famiglia Odorico - foto Thomas Crabot

Nella passeggiata di 3 km fino al mercato centrale (5 km se si allunga fino alla Église Sainte-Thérèse) si parte da 7 rue Joseph Sauveur, dove si incontra la casa Odorico, costruita nel 1940, oggi trasformata in una crêperie-sala da tè; ricoperta di mosaici persino nel bagno, ha un’architettura che si ispira più allo stile modernista che all'Art Déco. I mosaici dell’edificio Poirier (7 avenue Janvier) risalgono al 1928 e sono stati restaurati nel 2016-2017. Rue Dupont des Loges si snoda nel quartiere dove è nata l'attività della famiglia Odorico, come testimoniano diversi decori nei negozi storici: bar Hibou (al 10), Alaska Brocante & Snack (al 14), mentre al numero 31 un'intera facciata è ricoperta da motivi originali con riflessi dorati. Al 1 rue Gambetta si può ammirare la splendida targa a mosaico che indica i "Bains Saint-Georges", mentre la piscina Saint-Georges, inaugurata nel 1926 e classificata monumento storico, è uno dei simboli della famiglia Odorico. 

Verso 9 rue d'Antrain, sulla facciata decorata a mosaico dell'edificio Valton, troneggia il dio del commercio Mercurio. Costruito nel1896, oggi è occupato da un marchio indipendente di prêt-à-porter. Da qui si arriva al centro storico, dove molti negozi conservano tracce di mosaici. Sul lato di Place Saint-Michel, al numero 1, c’è la facciata di un'ex farmacia, ora trasformata in un ristorante, mentre variopinti pavimenti in mosaico si possono ammirare al numero 5 di rue Leperdit e al numero 2 di rue Chateaurenault. Il frontone e lo stile dell'edificio che ospita i mercati coperti di La Criée – Marché Central sono una vera gioia per gli occhi; ogni prima domenica del mese qui si svolge il gustoso e chiassoso Marché à manger, un’occasione unica per mescolarsi tra la gente e assaporare i sapori locali. Chi vuole, può allungare il passo fino all’église Sainte-Thérèse (18 Bis Rue Sully Prudhomme), un gioiello Art Déco progettato dall'architetto Hyacinthe Perrin. Impreziosito da numerosi mosaici, è classificato monumento storico dal 2015. 

I mosaici della famiglia Odorico - foto Thomas Crabot
I mosaici della famiglia Odorico - foto Thomas Crabot

Passeggiata tra Dinan e Léhon: chiuse millenarie e profumo di kouign-amann 

Da Rennes ci si inoltra nell’Ille-et-Vilaine, una distesa verde punteggiata di canali, stagni e borghi ben conservati. Un percorso ad anello solo in parte impegnativo (circa 6 km, dislivello circa 120 m, 2 ore) permette di toccare alcuni dei panorami caratteristici di questa parte di Bretagna. Si parte dal castello di Dinan, costruito tra il 1380 e il 1384 da Giovanni IV, Duca di Bretagna, come simbolo del potere ducale. La cittadina vanta la cinta muraria meglio conservata di tutta la regione, che rivive in tutto il suo splendore ogni due anni con la Fête des Remparts. Dalla rocca si imbocca Rue Beaumanoir fino al borgo di Léhon, che ospita un castello feudale e l’austera Abbazia benedettina di Saint-Magloire, costruita nel IX secolo sulle rive della Rance e abbandonata durante la Rivoluzione Francese. Oggi il chiostro è accessibile tutto l'anno e in estate vengono offerte visite guidate dell'abbazia, che comprendono il refettorio dei monaci e il giardino che allunga fino al fiume. 

L'abbazia di Saint-Magloire - foto Deborah Terrin
L'abbazia di Saint-Magloire - foto Deborah Terrin

Da qui si guadagna il Pont de Léhon per proseguire lungo l’alzaia che fiancheggia il canale e regala un imperdibile colpo d’occhio sull’abbazia. Lungo 84 km, costruito durante l'epoca napoleonica, il canale Ille-et-Rance collega le città di Rennes a Saint-Malo ed è segnato da ben 48 chiuse; la chiusa di Léhon è la penultima prima che la Rance raggiunga il mare.

Dalla chiusa si raggiunge il vecchio porto di Dinan, anticamente al centro di scambi commerciali con il Nord Europa la Spagna e le Americhe, oggi vivace porto turistico con locali dove sostare per un piacevole aperitivo serale. Per raggiungere il centro di Dinan, si risale la ripida rue di Jerzual (consigliate scarpe sportive); dove un tempo c’erano le botteghe dei mercati di tela e lino, oggi ci sono gallerie d’arte e negozi con le stesse facciate a graticcio del XV secolo. Proprio all’inizio si trova un panificio dove assaggiare il kouign-amann, delizia tipica di pasta sfoglia e burro. In cima, la gotica Basilica St-Sauveur è un mix di romanico bretone e influssi orientali e custodisce nel chiostro il cuore del generale Bertrand du Guesclin. Nel giardino all’inglese alle spalle, dalle mura cittadine si gode un bellissimo panorama sul porto e il viadotto. 

Il panorama dalle mura di Dinan - foto Deborah Terrin
Il panorama dalle mura di Dinan - foto Deborah Terrin
Il tipico kouign-amann a Dinan - foto Deborah Terrin

L’ufficio del turismo di Dinan propone visite guidate lungo il percorso ad anello, mentre si può scoprire l’alzaia anche in bici o a bordo del Jaman V (senza scendere); il canale è navigabile da marzo a ottobre di ogni anno. 

Tracce GPX su www.dinan-capfrehel.com.

In bicicletta, tra Cap Fréhel e Fort la Latte: le vedette dell’Oceano

Con una superficie di circa 400 ettari, il sito di Cap Fréhel, classificato come sito paesaggistico dal 1967 e Grand Site de France nel 2019, è oggetto da diversi anni di un programma di riabilitazione e conservazione della sua flora e fauna. Da qui passano molti itinerari storici da fare a piedi (la GR 34, il famoso sentiero dei doganieri, lo collega al Fort la Latte) o anche in bici: la EuroVelo 4 collega Cap Fréhel a Sables-d’Or-les-Pins (9,5 km), Plévenon (4,5 km) e Cap d’Erquy (18 km). 

Il consiglio è quello di optare per il percorso ad anello (26 km, impegnativo) con partenza dall'ufficio turistico di Fréhel che segue la ciclabile Vélomaritime su sentieri in leggera pendenza verso il villaggio di Plévenon. Non segnalato ad eccezione dei tratti più lunghi della pista ciclabile EuroVelo 4, caratterizzato da notevoli dislivelli, offre panorami straordinari.

In bicicletta sulla costa attorno a Fréhel - foto Shutterstock
In bicicletta sulla costa attorno a Fréhel - foto Shutterstock

Partendo dall'ufficio turistico di Fréhel, si procede attraverso piccole strade di campagna collinari fin alla Baia di La Fresnaye, una vasta distesa toccata dalla marea due volte al giorno, meta di numerosi uccelli migratori. Qui il savoir faire millenario è legato agli allevamenti di ostriche e cozze sviluppati da tempo immemorabile. Si può decidere di osservare Fort la Latte solo da lontano (si avvista nelle giornate di bel tempo), ma il consiglio è quello di prevedere una deviazione (7 km) e arrivare al gigante di granito e arenaria conosciuto anche come La Roche Goyon. Arroccato su un promontorio, il castello di Fort La Latte è splendidamente conservato e permette ai visitatori di scoprire le scuderie e il giardino, la sala delle guardie, gli alloggi e il mastio (www.lefortlalatte.com).

Fort La Latte - foto Deborah Terrin
Fort La Latte - foto Deborah Terrin

È vietato pedalare sul sentiero costiero (GR34), quindi si ritorna verso Plévenon per raggiungere la punta di Cap Fréhel (le biciclette possono essere lasciate nel parcheggio a pagamento). Accanto alla vecchia torre, il faro di Fréhel è visibile a più di 53 km di distanza e grazie al suo fascio luminoso illumina la notte con due lampi ogni 10 secondi. Distrutto dai tedeschi nel 1944, fu ricostruito nel 1950; oggi è visitabile da aprile a ottobre (tutti i giorni durante le vacanze scolastiche, negli altri periodi, da giovedì a domenica, 14-18). Il panorama dall’alto è eccezionale, mentre tutt’intorno il panorama si veste dei colori della natura, dal giallo delle ginestre al viola dell’erica. Oasi ornitologica, le sue falesie a picco sono la casa di centinaia di uccelli marini. Per rientrare, si risale verso la spiaggia di Pléhérel, per un magnifico colpo d’occhio sulle scogliere che si estendono fino a Cap Fréhel.

Tutte le informazioni e le fermate su www.lavelomaritime.fr o tracce GPX su questo sito.

Cap Frehel - foto Deborah Terrin
Cap Fréhel - foto Deborah Terrin

INFORMAZIONI