“A ognuno il suo” è il detto che può ritagliarsi su misura per il camperista, per quel tipo di viaggiatore che ama la libertà e interpreta la vacanza secondo le sue inclinazioni e deviando da rotte consuete. Ci sono però delle “cose da fare” e soprattutto delle “cose da non fare”. Piccole accortezze da prendere prima di partire per godersi il viaggio senza intoppi.
Se state preparando il vostro primo viaggio in camper, ecco qualche regola da manuale, sane abitudini e piccoli escamotage imparati anno dopo anno, sosta dopo sosta, piazzola dopo piazzola.
Ai veterani invece chiediamo un contributo social, per fare in modo che “la prima volta” dei camperisti principianti non sia l'ultima.
LE DIMENSIONI CONTANO
Le dimensioni contano? Per camperisti e camperiste sì, sempre. Tra le istruzioni per l’uso ci sono alcune cose che non si possono ignorare. La maggior parte dei camper a pieno carico pesa meno di 35 quintali. Sotto quel peso si può condurre con la patente B. Se invece avete la fortuna (o la sfortuna) di viaggiare con un grande caravan o un motorhome a cinque stelle iper accessoriato occhio al peso, potrebbe servirvi la patente C.
Le misure dei camper al loro esterno variano di molto, dipende molto dalle loro caratteristiche strutturali. La lunghezza media è tra i 500 e i 750 centimetri, la larghezza fra i 200 e i 235 centimetri, l’altezza fra i 260 e i 320 centimetri.
La sicurezza in camper è fondamentale: fate attenzione al numero dei posti omologati quando il mezzo è in movimento, che spesso è inferiore a quello dei posti letto e dall’impiego che si intende fare del mezzo. I veicoli di lunghezza superiore ai 7 metri non possono viaggiare sulla terza corsia in autostrada e hanno il limite di velocità di 110 chilometri orari. Prima e dopo la legge a guidare è ovviamente sempre il buon senso. I modelli più grandi sono ovviamente meno maneggevoli e non adatti alle strade secondarie, strette e tortuose. Ok, camperista avvisato mezzo salvato…
PREPARARSI ALLA PARTENZA: L'ORGANIZZAZIONE DEL VIAGGIO IN CAMPER
“Less is more” è un comandamento. Scrivetelo dove vi pare, ma è il concetto cardine di una vacanza itinerante. Nel preparare il carico bisogna dunque ragionare nell’ottica dell’essenzialità.
Ci sono altri aggettivi da mandare a memoria e declinare per le aree del vestiario, degli attrezzi, degli accessori, degli alimenti, della cosmetica eccetera eccetera… Sono: comodo; pratico; lavabile; impilabile; sovrapponibile; resistente o infrangibile e possibilmente multiuso e infine con un occhio all’ambiente… compostabile e riciclabile.
Per rendere la prima esperienza meno creativa possibile ecco un decalogo pronto all’uso:
- Acqua minerale sempre e scorte di cibo si, ma senza esagerare. Non attraverserete il deserto, almeno non subito. Indispensabile è però sempre l’acqua minerale. A meno che nel serbatoio di b10 COSE DA NON DIMENTICARE A CASAordo decidete di trattare l’acqua solo ed esclusivamente per berla.
- Set di piatti e bicchieri infrangibili. Vetro soffiato e ceramiche della nonna lasciateli alla polvere.. E all’occorrenza ci sono anche quelli di plastica (rispettando la differenziata!)
- Kit per il primo soccorso. Abbandonate però gli istinti ipocondriaci e riducete la valigetta del dottore all’essenziale: disinfettanti, cerotti e garze sterili sono di default.
- Torcia carica e ricaricabile. Certo, la tintarella di luna è romantica, ma se non trovate le chiavi del camper o il tappino dell’olio sotto il sedile una notte stellata non vi sarà di grande aiuto. Meglio una torcia, con le pile cariche o se ricaricabile, comunque funzionante.
- Power bank. Avete lasciato smartphone e tablet in pasto ai videogiochi dei bambini? Siete alla fine di un trekking ma il telefonino ha "una tacca" e il Gps vi sta abbandonando? Dotatevi di una power bank. Il sorriso alla sua vista non sarà mai stato così sincero.
- Aspiratore portatile. Certe scene si ripetono stagione dopo stagione: dalla sabbia dorata di una spiaggia, ai sassolini del greto di un fiume o le foglie e la terra dopo un trekking d’autunno. Il dentro fuori continuo può rendere il vostro camper un’estensione del paesaggio, romantico forse, ma non molto pulito e men che meno pratico.
- Asciugamani e abbigliamento tecnico. Non stiamo facendo quelli che la sanno lunga: i trendy della compagnia.... no davvero. L’obiettivo non è sfilare sul red carpet ma avere il prima possibile indumenti asciutti e puliti, pronti all’uso.
- Una sedia portatile, pure due o tre o meglio un set da quattro. Spesso sono inguardabili, rimandano a immagini di lunghe dormite a bordo fiume con due bibite infilate nei braccioli. Ma fare i freak e abbandonarsi alla nuda terra può essere trendy per poco. Al terzo giorno guardereste la non-chic sedia del vicino meditando il furto notturno.
- Il supporto a trivella per l’ombrellone. Belli, di tutte le forme e i colori, a righe o dai toni pastello: ma sono ombrelloni, non aquiloni! Soprattutto nei giorni di maestrale… Quindi prendete il punteruolo a spirale, dateci dentro e affondatelo nel terreno. Non troverete l’oro nero, ma almeno non vi brucerete la schiena, la giornata sarà ombreggiata e i vicini saranno esenti da una medicazione in infermeria.
- Occhiali da sole di scorta. Consiglio banale eh? Si certo. Ma fate uno sforzo di memoria e pensate ai chilometri in direzione ovest che avete fatto, pensando che il tramonto sarebbe da abolire con il codice della strada.
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