Era il 452 quando gli abitanti in fuga da Aquileia minacciata dagli Unni di Attila diedero vita a Grado, la città che nel solo VIII secolo contava già 60mila abitanti e 25 chiese. Aquileia, il più importante centro archeologico del Friuli Venezia Giulia, una stradina tozza e corta sulla quale svettano i 73 metri del campanile della Basilica del IV secolo, bianca e dall'interno splendente dei mosaici del suo straordinario pavimento, il più grande dell'era paleocristiana in Occidente: 760 metri quadrati di girali d'acanto, scene della storia di Giona e un mare azzurro popolato di pesci di ogni forma e colore.
E poi la cappella di S. Ambrogio, con i sarcofagi di quattro patriarchi, quella di S. Pietro e la cripta degli affreschi con la Passione di Cristo e la Dormitio Virginis. Estremamente ricco il presbiterio così come la cripta degli scavi, con i resti delle primitive basiliche teodoriane. Tutto l'abitato ruota intorno a questo ombelico prezioso, alle rovine del foro di età imperiale e del porto fluviale, al piccolo antiquarium con una notevole raccolta di ritratti scultorie e a una manciata di case, i resti dell'abitato fondato dai Romani nel 181 a. C.
Aquileia, l'anima più vera del Friuli Venezia Giulia. Così ascetica severa, scevra di orpelli. Grado, luogo-simbolo del turismo friulano. Stazione di cura per decreto imperiale nel 1892, ma anche laguna solitaria, dalle memorie dolorose di isolette e casoni abitati da uomini e donne senza labbra, gente indurita dalla nebbia e cotta dalla canicola.
Grado, con le sue valli da pesca, le sue calli strette alternate ai campielli dell'antico castrum, la sua lunga spiaggia che dal 1873 accolse i piccoli malati dell'ospizio marino voluto dal medico Giuseppe Barellai e intitolato all'arciduchessa Stefania. La cittadina balneare vivace e mondana popolata ai primi del 900 da pensioni e alberghi - Hotel Alla salute, Hotel Metropole, Pension Vienna, Pension Werner- che richiamavano il bel mondo dell'impero, gli artisti e i nobili austriaci legati ai riti della passeggiata sul lungomare e dei te danzanti alle cinque sulla terrazza del pontile.
Ma è il tour nel centro storico di Grado a offrire un viaggio nella storia. Le tracce romane rimangono nella basilica di S. Eufemia, con la semplicità paleocristiana delle sue tre navate e il suo svelto campanile schiacciato nell'enorme angelo segnavento in rame che rappresenta la comunità di Grado e punta lo sguardo verso il vicino, amatissimo santuario di Barbana. Tracce che si ritrovano nel battistero severo e ascetico a pianta ottagonale e con vasca esagonale del VII secolo come nella basilica di Santa Maria delle Grazie, ricca anch'essa di mosaici. Una passerella permette invece di ammirare i resti della basilica della Corte in piazza Biagio Marin, dedicata al poeta cantore della città.
Un viaggio iniziato fra le colonne corinzie di Aquileia si conclude sul lungomare Nazario Sauro, con la sua diga che protegge il cuore antico del Friuli.
INFO: Apt di Grado, www.turismofvg.it.
DORMIRE: Grand Hotel Astoria, largo San Grisogono 3, Grado, tel. 0431.83550; www.hotelastoria.it. Un quattro stelle pluripremiato che in questa stagione coniuga ospitalità da favola con prezzi molto ragionevoli.
MANGIARE: L’osteria, piazza Duca d’Aosta, Grado, tel. 0431.80580; www.trattorialosteriagrado.com. Pesce freschissimo e piatti del territorio.