Acheron I di Renato Nicolodi

Nella mitologia il fiume Acheronte rappresentava la transizione dalla vita alla morte: a Bruges, l'opera dell’artista belga Nicolodi materializza questo passaggio, un collegamento tra la vita e la morte in cui la superficie dell'acqua rappresenta il confine tra i due mondi. La scultura diventa così un porto, un varco, un rito di passaggio tra passato, presente e futuro.

The Floating Island di Obba

Un'esperienza unica sui canali, all'altezza del ponte Snaggaardbrug: una piattaforma galleggiante di oltre 100 metri quadri, accessibile al pubblico, che consente di passeggiare lungo la sponda godendo del paesaggio. Le reti elastiche, che fungono da parapetto, possono essere utilizzate come amache o panchine affacciate sull'acqua, così da rendere fluido il confine tra strade e canali.

Skyscraper (The Bruges Whale) di Studio KCA

La problematica dell’inquinamento al centro della gigantesca scultura a forma di balena che emerge dalle acque dei canali di Bruges: insieme a volontari del Hawaii Wildlife Fund e alla Surfrider Foundation, StudioKCA ha ripulito le spiagge delle Hawaii per raccogliere materiali abbandonati da impiegare nella realizzazione dell’opera. Ciascun individuo, suggerisce l’opera, può dare il suo contributo per combattere l’inquinamento.

Selgascano Pavilion di Selgascano

Nei pressi del Coupure spicca il padiglione galleggiante dello studio di architettura spagnolo Selgascano. La struttura organica, con pareti trasparenti rosa che riflettono splendide gradazioni cromatiche sull'acqua, rappresenta il luogo ideale per concedersi una pausa o azzardare un tuffo nel canale.

Bruges

La città delle Fiandre diventa capitale estiva dell'arte contemporanea in occasione della Triennale. Un'occasione in più per scoprirne il suo fascino intramontabile.

Minne Floating School di Nlé Kunlé Adeyemi

Minne Floating School è il prototipo di una struttura che risponde alle nostre esigenze fisiche e sociali, alla luce delle sfide sempre crescenti imposte dai cambiamenti climatici. Un edificio mobile, in grado di adattarsi ai movimenti delle maree e sufficientemente solido da resistere a inondazioni o forti tempeste, ma anche fonte di ispirazione per dare forma a possibili alternative in tema di energie rinnovabili e di soluzioni di recupero di terra dal mare. La struttura flessibile e poliedrica ospita un'aula, uno spazio espositivo e un luogo di incontro sull'acqua; un progetto architettonico già pronto per il futuro liquido.

Infiniti23 di Peter Van Driessche, Atelier 4

La struttura verticale vivente che si specchia sul corso d’acqua ricorda il movimento di indirizzo architettonico e urbanistico “metabolista” giapponese degli anni Sessanta, caratterizzato da torri costituite da cellule abitative chiamate capsule. L’installazione intende creare nuovi spazi: le unità quadrate sono luoghi in cui abitare, lavorare e vivere più vicini gli uni agli altri, in ambienti sempre più piccoli, ma in armonia con l’acqua che fluisce intorno e allo stesso tempo è fruibile. Un approdo temporaneo nel tessuto urbanistico.