Un sistema che, se da noi è una libera scelta del cliente, negli Stati Uniti è praticamente un obbligo cui sfuggono giusto alcuni turisti (italiani in primis) che nel loro Paese sono abituati a vedere la mancia come un optional per un servizio particolarmente soddisfacente. Il minimo, anche quando ci si è trovati particolarmente male, è il 10% che arriva al 30% nei casi in cui la soddisfazione è massima. Mentre alcune catene aggiungono automaticamente il calce al conto una mancia che varia dal 15 al 18%. E poi mance ai tassisti, al concierge, ai camerieri ai piani che ti rifanno il letto e lasciano una busta (e un cioccolatino) sul cuscino, alla guida turistica e a tutte quelle persone con cui in un modo o nell'altro si entra in contatto durante un soggiorno negli Usa.
Ma oggi le cose pare stiano lentamente cambiando. «La cultura delle mance è degradante: sono atti di sottomissione e a volte di quasi estorsione» scrive il britannico Times. «La campana delle mance sta suonando a morto» specifica a Repubblica l'agenzia di consulenza per ristoranti Baum & Whiteman. Molti comuni iniziano a obbligare i datori di lavoro a pagare il salario minimo ai camerieri, che così non dovranno fare più affidamento esclusivamente sulle mance per guadagnare una cifra dignitosa. E c'entra anche la stretta del fisco americano che in molti casi ha preteso il pagamento delle tasse pure sulle mance aggiunte al conto.
I primi ristoranti che hanno abolito le mance hanno ritoccato all'insù i prezzi, ma garantiscono ai propri dipendenti oltre al salario minimo anche diritti basilari come malattia e indennità varie che prima erano un sogno. È il caso della Girard Brasserie di Philadelphia. Intervistato dall'agenzia Associated Press, il titolare Brian Oliveira spiega che "come proprietari abbiamo dovuto decidere di diminuire i nostri guadagni, ma questo ci permette di avere camerieri più contenti, più fedeli e di lavorare in un ambiente migliore».
Una rivoluzione che sulla carte dovrebbe fare tutti contenti, ma che in realtà ha molti nemici. Molti camerieri infatti temono di guadagnare molto di meno con questo nuovo sistema. Ma soprattutto molti datori di lavoro che non hanno nessuna intenzione di pagare uno stipendio vero e proprio ai dipendenti; e preferiscono far ricadere il rischio sugli stessi, soggetti agli umore dei clienti. È proprio vero che la rivoluzione non è un pranzo di gala.