- Che cosa fare a Piacenza, tra musei, chiese e piccoli tesori da scoprire
L’iniziativa si chiama “Guercino a Piacenza” e vuole celebrare uno dei massimi artisti emiliani di tutti i tempi. Giovanni Francesco Barbieri, nato a Cento nel 1591, vissuto per gran parte della sua vita a Bologna, è una figura con pochi tratti folcloristici – se non fosse per quello suo strabismo che gli consegnò il soprannome con cui lo conosciamo – ma non per questo poco amata dal grande pubblico, se è vero che è secondo solo al Caravaggio per numero di mostre che gli sono state dedicate. Certo non guasta il fatto che la sua produzione fu cospicua: alcune centinaia le opere conservate, visibili nei musei di mezzo nord Italia.
Ma andiamo con ordine. Perché uno dei meriti dell'operazione piacentina - promossa da Comune, Diocesi e Fondazione Piacenza e Vigevano, realizzata grazie a Crédit Agricole Cariparma e altri sponsor - è quello di aver sfruttato la presenza del "capolavoro ritrovato" per creare un suggestivo percorso sull'artista. Il consiglio per tutti coloro che ci leggono è dunque di partire da quell'incredibile edificio che è Palazzo Farnese, sede dei musei civici piacentini, dove è stata allestita una piccola mostra intitolata "Guercino tra sacro e profano", curata da Daniele Benati e Antonella Gigli.
In uno spazio ristretto (la Cappella ducale del Palazzo) e con una ventina di opere si inizia a capire chi è Guercino, cosa ci ha lasciato, i tratti distintivi della sua produzione. Si scopre così che il Barbieri era un uomo che viveva profondamente la religione, calata però in una dimensione di verità, di affetto, di emozione. Come nell'Immacolata concezione conservata ad Ancona, in cui la Madonna sorge - dolcissima - dal mare con i piedi poggiati su una falce di luna. Un teatro dei sentimenti, com'è stato spesso definito, anche perché non pochi sono i rimandi al palcoscenico - la straordinaria Cleopatra morente viene incorniciata da un vero e proprio sipario di soffici tende.
Si esce così da Palazzo Farnese con una prima idea del Guercino, più preparati ad affrontare il capolavoro che si parerà davanti da lì a qualche minuto. Con una veloce passeggiata si è in piazza del Duomo: si entra però nella Cattedrale di Santa Maria Assunta da un ingresso secondario, alla sua sinistra, tramite un palazzo collegato. E qui si inizia a capire che cosa è stato appena realizzato nella più importante chiesa di Piacenza, capolavoro romanico-gotico-barocco che ha subito tante trasformazioni nel corso degli anni ma che rimane emozionante nelle sue grandiose proporzioni.
Lungo la navata sinistra, infatti, si accede a una struttura in legno, realizzata ex novo, che porta nell'area dell'altare (sopraelevata rispetto alla navata): un lavoro un po' impattante, forse, ma fondamentale per l'accessibilità - anche dei disabili - alla parte del presbiterio. Passando sotto alla fantastica pala d'altare, si arriva alla canonica, dove si ammirano antichi manoscritti autografi che raccontano il pagamento al Guercino per l'opera realizzata, e poi alla sagrestia, dove si assiste a un meraviglioso filmato sulla storia degli affreschi della cupola. Lo definiamo meraviglioso perché ci è parso davvero ben fatto: sul videowall, composto da 12 schermi in verticale, l'opera viene raccontata grazie a un'altissima risoluzione delle immagini, una perfetta fedeltà cromatica, un testo preciso ma mai troppo difficile. Si compie un viaggio al tempo di Guercino, ci si trova a dipingere insieme a lui. E si esce emozionati.
Tornati nella navata sinistra, si è pronti ormai alla salita. Perché la vera, grande novità di "Guercino a Piacenza" è la salita "in quota", resa possibile grazie al recupero di spazi finora inaccessibili, liberati da decenni di macerie e di polvere. Attraverso stretti cunicoli, ripide scale, camminamenti interni ed esterni si sale prima nel muro della navata laterale, poi sopra di essa, poi sopra quella centrale - scoprendo che tra il tetto della chiesa e il soffitto della navata c'è un'intercapedine inaspettatamente grande. Un percorso non per tutti, da sconsigliare a bambini e ad anziani, ma affascinante nei suoi continui affacci all'esterno e all'interno.
E come in un'ascesa iniziatica, alla fine si giunge al sospirato premio: l'affaccio sulla piazza del Duomo, con la vista dalla croce in facciata, e soprattutto sulla cupola, che si ammira dal matroneo sottostante. Finalmente gli affreschi di Guercino sono lì vicino, potenti, osservabili nei loro dettagli. Un breve spettacolo di suoni e luci - l'impianto di illuminazione è stato totalmente rinnovato da Davide Groppi - occupa i pochi minuti a disposizione, che consigliamo di assaporare fino in fondo senza pensare troppo alle fotografie. Le Sibille, i Profeti, le scene della vita di Cristo nelle lunette vi rimarranno meglio nel ricordo.
Guercino a Piacenza, mostra dal 4 marzo al 4 giugno 2017; cupola fino al 4 luglio
- Dove: nella Cattedrale di Piacenza (piazza Duomo) e ai Musei di Palazzo Farnese (piazza Cittadella 29).
- Orari: martedì, mercoledì, giovedì, domenica: 10-19; venerdì e sabato: 10-23; lunedì chiuso. Orari particolari a Pasqua e nei giorni precedenti.
- Biglietto cumulativo Cattedrale e palazzo Farnese 12 euro; ridotto a 10 euro per chi ha meno di 18 anni e più di 65; ridotto per tutti i soci Tci.
- Sito internet www.guercinopiacenza.com.
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