In tedesco il nome ha un fascino antico, BlauBurgunder. E uno non si sa perché pensa subito a castelli medioevali e colline verdi, legioni di cavalieri e calici di ferro, cose forti insomma. In italiano suona diverso, meno evocativo, ma più dolce: Pinot Nero. Sia come sia, la sostanza non cambia: il Blau Burgunder o Pinot Nero è uno dei vitigni più pregiati del mondo, quello con cui si fanno i famosi vini di Borgogna per intendersi, che ha trovato la sua collocazione ideale anche tra le montagne dell'Alto Adige.

 

 

 

Qui, nella bassa Atesina, tra Egna e Montagna, sul lato orientale della val d'Adige da dieci anni si tengono le giornate del Pinot Nero, l'occasione per assaporare le migliori etichette italiane di questo vitigno arrivato in Italia a metà dell'Ottocento. Degustazioni verticali, concorsi tra 82 produttori italiani (in maggioranza altoatesini, ma anche lombardi, trentini e toscani) e cene a tema animeranno le giornate fino a lunedì. Ma le giornate del Pinot nero si tramutano anche nell'occasione per un fine settimana alla scoperta di una parte dell'Alto Adige che di norma si attraversa frettolosamente mentre si risale per andare a Bolzano e ancora più su, nelle valli laterali, dalla Venosta alla Pusteria.

 

 

 

Cosparsa di vigneti fin dove arriva lo sguardo, punteggiata di castelli e borghi raccolti intorno alla chiesa madre la Bassa Atesina si può visitare facilmente anche in bicicletta, utilizzando la ciclabile che costeggia l'Adige e da Bolzano porto a Salorno e poi sconfina in Trentino, o percorrendo la strada del vino sul lato occidentale della vallata, risalendo da Salorno verso Termeno passando per Magré e Cortaccia.

 

 

 

Paesi ovviamente a forte vocazione vinicola, ognuno con la sua produzione particolare che si adatta al microclima specifico (dal Muller-Thurgau di Favogna, al Gewurtztraminer di Termeno al Pinot Grigio di Salorno) e ricche cantine che meritano assolutamente una visita (da non perdere a Montagna quella di Franz Hass, vero cultore del Pinot Nero e, a Magré, la innovativa tenuta Lowengang di Alois Lageder. Ma questi paesi nascondono anche veri gioielli artistici. E' il caso di Montagna, nella cui frazione Pinzano si trova la chiesetta dedicata a S. Stefano con il suo aguzzo campanile puntato verso il cielo. Al suo interno si trova quello che i tedeschi chiamano un Flugelaltar, ovvero un altare con le ali. Una complessa pala d'altare lignea realizzata a fine Quattrocento da Hans Klocker che rappresenta una Madonna che offre la mela a Gesù e ai suoi lati, nelle portelle, Santo Stefano e San Lorenzo.

 

 

 

È interessante anche una visita al centro storico di Egna, passeggiando lungo le strade porticate l'attraversano. Qui un tempo avveniva lo sdoganamento delle merci che risalivano l'Adige e venivano immagazzinate nella case del paese, come testimonia il Balhaus, magazzino delle stoffe che si trova in via Hofer, un tempo asse dell'economia locale.

 

 

 

E chi si trova in zona non dovrebbe perdere anche il parco naturale del Monte Corno, tra la valle dell'Adige e il crinale che digrada verso la val di Fiemme trentina. Circa 400 chilometri di sentieri segnati per tutte le capacità (dai professionisti della camminata montana alle famiglie con bambini) per addentrarsi tra boschi di abeti e larici, pinete di pino silvestre e prati. Non distante si può fare anche l'esperienza di calarsi in un canyon entrando nel Geoparco Bletterbach nelle cui gole si trovano fossili di sedimenti marini e gocce di pioggia pietrificate che risalgono a 260 milioni di anni fa.

 

 

 

Per prenotare alberghi (per trovare una camera libera basta inseriere le rischieste sulla destra e in poche ore vi arriveranno tutte le offerte) e ottenere tutte le informazioni turistiche sulla zona di Egna basta andare sul sito del comprensorio turistico Castefeder, www.castelfeder.info.