Tra le testimonianze sopravvissute al tempo e all’uomo vi sono anche le circa 80 fortezze austroungariche che sono parte del paesaggio culturale e geografico di questa terra e danno vita alla “Rete dei forti in Trentino”. Con la loro imponente presenza testimoniano il ruolo giocato dal Trentino nel conflitto, mentre la varietà architettonica e le differenti tipologie di costruzione e di materiali utilizzati evidenziano la transizione dall’arte militare ottocentesca a quella moderna, basata su nuove e sempre più potenti armi da fuoco.
Forte Belvedere, altopiano di Lavarone
IL SENTIERO DELLA PACE
Per chi volesse intraprendere il sentiero, sul sito web dedicato (vedi sotto) ci sono le descrizioni di tutte le tappe. Il sentiero è stato diviso in sette "tratti", corrispondenti ad altrattante aree geografiche; ogni tratto è composto da due o tre tappe giornaliere, così da risultare fruibile anche a chi ha a disposizione solo qualche giorno, magari un finesettimana.
Monte Zugna, Parco della pace
Forte Belvedere, Lavarone
Passo San Pellegrino, Val di Fassa
RESTAURI E NUOVE APERTURE
Questo lavoro di recupero, avviato negli anni scorsi dalla Soprintendenza per i Beni culturali-Ufficio Beni architettonici della Provincia autonoma di Trento, nel corso dell’estate 2016 permetterà di riaprire al pubblico altre due opere militari austroungariche, la Tagliata superiore di Civezzano, a pochi chilometri da Trento, e Forte Luserna (Forte Cima Campo) sopra l’omonima isola linguistica cimbra, tra Folgaria e Asiago (Vi).
Entrambe le opere sono molto interessanti. Per quanto riguarda la prima, fra il 1869 e il 1872 fu costruito un complesso fortificato, nei pressi del paese di Civezzano, articolato in tre opere, poste a controllo delle due strade che dalla Valsugana portavano a Trento. La "Obere Strassensperre" (tagliata stradale superiore) doveva "tagliare" la strada, come dice il nome, e integrare il campo d’azione del forte principale dello sbarramento di Civezzano (nella foto sotto), proteggendo l’imbocco della gola del torrente Fersina. Costruita in pietra calcarea squadrata, era dotata di postazioni per fuciliere e mitragliere e 13 feritoie per fuciliere sul fronte di gola. Delle opere che costituivano il vecchio sbarramento, la tagliata rappresenta l’unico esempio integro di una tipologia di fortificazione di “transizione” tra le opere casamatte a fronte scoperto dei primi anni sessanta dell’800 e le più tarde fortezze corazzate dello stile “Vogl”. Disarmata allo scoppio del conflitto con l’Italia, fu risparmiata dalla demolizione forse perché ritenuta ancora funzionale all’alloggio delle truppe di fanteria.
Forte Civezzano, Civezzano, Trento
LA RASSEGNA SENTINELLE DI PIETRA
Forte Pozzacchio, Valmorbia