Consigli di viaggio
Le antiche faggete d'Italia, patrimonio dell'Unesco
Alla domanda “qual è il primo posto in cui vuoi andare quando sarà finita l’emergenza coronavirus”, molti italiani hanno risposto “in un bosco”. Parchi e foreste, immersi nella natura, per riappropriarsi di un legame forte e mai sopito.
Spesso si pensa alle grandi foreste della Russia o del Canada, e non ci si rende conto che l’Italia è ricca di foreste di ineguagliabile bellezza. Non solo: dal 2017, le antiche faggete italiane sono state riconosciute dall’Unesco come Patrimoni da preservare. Una data storica, perché per la prima volta in Italia è stato riconosciuto un patrimonio naturale per il suo valore ecologico universale. Un prestigioso riconoscimento che ribadisce come la biodiversità sia uno patrimonio dell’umanità.
La foresta vetusta infatti rappresenta la massima espressione della natura: grazie all’assenza di azione dell’uomo, gli alberi compiono tutto il loro ciclo vitale, raggiungendo così l’età massima, e dimensioni notevoli.
La foresta vetusta infatti rappresenta la massima espressione della natura: grazie all’assenza di azione dell’uomo, gli alberi compiono tutto il loro ciclo vitale, raggiungendo così l’età massima, e dimensioni notevoli.
Le antiche faggete Patrimonio Unesco si trovano in Emilia Romagna, Abruzzo, Lazio, Molise, Puglia e Basilicata. Riscopriamo insieme queste oasi di natura incontaminata nella nostra fotogallery.
Emilia Romagna: la riserva naturale di Sasso Fratino
Sasso Fratino è la prima Riserva naturale integrale d'Italia, istituita nel 1959. Il suo territorio si estende sul versante forlivese del crinale appenninico compreso nei Comuni di Bagno di Romagna e Santa Sofia (Forlì-Cesena): 784 ettari di bosco, all’interno dal Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. Al suo interno sono stati rinvenuti faggi di oltre 500 anni.
Emilia Romagna: la riserva naturale di Sasso Fratino
Un faggio plurisecolare. Gli esemplari più antichi raggiungono i cinque secoli di età.
Lazio: la Faggeta del Monte Cimino e Monte Raschio
Il monte Cimino (1.053 metri) è la cima più alta del Viterbese ed è di origine vulcanica; la faggeta vetusta del Monte Cimino e Monte Raschio si trova nel territorio del Comune di Soriano nel Cimino e si estende per 58 ettari. Grazie alla rete escursionistica realizzata dalla locale sezione del Cai, è possibile attraversare a piedi la faggeta e raggiungere la vetta di Monte Cimino tramite quattro percorsi escursionistici.
Lazio: la Faggeta del Monte Cimino e Monte Raschio
I colori del sottobosco della faggeta di Monte Cimino sono unici e affascinanti.
Le antiche foreste del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Sono patrimonio mondiale dell'Unesco anche le faggete vetuste del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Le faggete sono quelle di Val Cervara a Villavallelonga, Moricento a Lecce nei Marsi, Coppo del Morto e Coppo del Principe a Pescasseroli e Cacciagrande a Opi. Parliamo di oltre mille ettari che ospitano foreste vetuste tra le più importanti d’Europa. E che sono piene di vita, da rare fioriture a funghi e muschi che colonizzano i tronchi caduti, fino agli orsi.
Le antiche foreste del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
La faggeta di Val Cervara è situata tra i 1600 e i 1850 metri di quota, dove le piante crescono spesso in condizioni limite e alcuni esemplari eccezionali superano i 500 anni di età. Alberi nati prima della fine del Medioevo, che sono non solo i faggi più vecchi d’Europa, ma anche i più antichi di tutto l’emisfero nord.
Le antiche foreste del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Nel Comune di Lecce nei Marsi è la Selva Moricento: 190 ettari di natura selvaggia tra crinali montuosi e doline, dove la faggeta racchiude grotte e radure, rifugio di lupi e orsi. Nel Comune di Pescasseroli sono la foresta del Coppo del Morto, dove gli alberi superano i 500 anni di età, e la faggeta del Coppo del Principe, tra le zone più suggestive del Parco, fondamentale per l’orso bruno marsicano (nella foto) e per alcune rare specie come il picchio dalmatino.
Le antiche foreste del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Il sito più vasto è situato nell’area di riserva della Val Fondillo, nelle zone di Cacciagrande e Valle Jancino. È l’unica foresta vetusta del Parco in cui è presente l’acqua. In queste foreste così umide si trovano specie altrove rare, come la salamandra pezzata appenninica. Qui la faggeta si incrocia con la camosciara e orsi, funghi e picchi incontrano camosci, genziane e aquile reali.
Basilicata: i pini loricati del Parco del Pollino
Istituito nel 1988, il Parco nazionale del Pollino è l’area protetta più estesa d'Italia, comprendendo 56 Comuni a cavallo fra due regioni, Calabria e Basilicata. Nel territorio di Rotonda (Potenza); la faggeta vetusta di Cozzo Ferriero fa parte delle antiche foreste diventate Patrimonio Unesco. Qui si trova un pino coricato (che è anche il simbolo del parco nazionale) la cui età è stimata superiore ai 1.200 anni.
Puglia, nella Foresta Umbra
Sul promontorio del Gargano, all’interno del Parco Nazionale, la Foresta Umbra abbraccia con il suo verde i Comuni di Vico del Gargano, Vieste e Monte Sant’Angelo. Con una superficie di circa 10.500 ettari, occupa la parte nord orientale del Gargano e da un’altitudine di 832 metri, il Monte Iacotenente, scende fino ai 165 metri sul livello del mare.
Puglia, nella Foresta Umbra
L’ombroso manto verde (da cui il nome della foresta, umbra) comprende faggi, cerri, querce, aceri e lecci. Tra tutti spicca il leccio di Vico del Gargano, alto 50 metri con una circonferenza di cinque. Si erge davanti a un convento francescano e si ritiene sia stato piantato all’inizio del Settecento.
Puglia, nella Foresta Umbra
La Foresta Umbra ospita un grande numero di specie animali. Possiamo infatti trovare lepri, scoiattoli, fagiani e piccoli roditori oltre a cinghiali, caprioli, picchi e donnole. E’ possibile avvistare anche i cervi. Sono inoltre numerose le specie di uccelli, sia diurni, sia rapaci notturni.
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