Pieno inverno, cieli grigi un po’ ovunque. Mancano colore e calore nello stress quotidiano. Una gita a Napoli può rimettere in ordine umore e pensieri. Se il luogo comune induce a pensarne solo i lati negativi, una visita in prima persone cambia davvero prospettiva. Difficile rimanere immuni al fascino delle architetture barocche, ai mille volti che ciascun quartiere mostra di sé, a una passeggiata sul lungomare, all’aria quasi nostalgica e malinconica di una città costretta a fare i conti ogni giorno con mille contrattempi e difficoltà. Eppure Napoli conserva un patrimonio artistico e culturale unico al mondo. Da scoprire anche in un grigio weekend d’inverno.
Giorno 1. Per cominciare al meglio bisogna sedersi a prendere un tè o un aperitivo al Gambrinus, il caffè storico dove decine di viaggiatori più o meno illustri dal 1890 si danno appuntamento. Il panorama intorno è quello della piazza Trieste e Trento sulla quale si affacciano il Teatro San Carlo e il Palazzo Reale. Proprio Palazzo Reale è la meta da non perdere perché, da qualche mese, ospita uno dei musei più interessanti della città: MeMus (www.memus.org), il museo e archivio storico del Teatro San Carlo. Inaugurato alla presenza di Giorgio Napolitano, ha attualmente allestita la mostra Opera ad arte, arte all’opera (fino al 30 marzo) dedicata agli allestimenti degli spettacoli andati in scena al teatro realizzati spesso da artisti come Mimmo Paladino, Robert Rauschenberg e Anselm Kiefer tra i tanti. Plastici, bozzetti originali, oggetti di scena, costumi, persino una galleria virtuale in 3D e altri strumenti tecnologici a disposizione del pubblico. Per concludere la serata restando in tema si può approfittare di uno spettacolo di balletto in scena nel fine settimana al Teatro San Carlo, il più antico in Italia (www.teatrosancarlo.it).
Giorno 2. Oltre a un grande classico come il teatro, Napoli, negli ultimi anni, ha puntato molto anche sull’arte contemporanea. A cominciare dalle fermate della linea della metropolitana che ospitano opere di Pistoletto, Kounellis, Jodice, Basilico e molti altri ancora (www.metro.na.it, ogni martedì visite guidate). Un esperimento ben riuscito e da esportare. E dopo un tour in carrozza, scendendo alla fermata di piazza Cavour, si arriva al Museo Madre (www.museomadre.it), il museo d’arte contemporanea Donna Regina che ospita la mostra dedicata all’artista contemporaneo napoletano Mario Persico appena inaugurata e, fino al 20 febbraio, alla chiesa Donnaregina vecchia, una retrospettiva sull’arte povera. Un’occasione importante per conoscere un’istituzione museale che ha rischiato di chiudere in passato, ma che resiste e mantiene alto il livello delle esposizioni. A pochi passi, il Duomo di Napoli dove si trova la cappella che custodisce il tesoro di San Gennaro. C’è ancora tempo perché il miracolo avvenga (il primo sabato di maggio). Magari per organizzare un altro weekend napoletano.
Info. Tutte le informazioni utili sulla città si trovano sul sito dell’azienda autonoma di soggiorno www.inaples.it.
Dormire. Un hotel elegante e comodo è il Chiaja (via Chiaia 216, tel. 081.422344; www.hotelchiaia.it) che nasce dalla ristrutturazione dell’appartamento del marchese Nicola Lecandano Sasso La Terza che qui abitò sul finire dell’Ottocento. Una sistemazione vicina al Duomo è l’Hotel des artistes (via Duomo 61, tel. 081.19255086; www.hoteldesartistesnaples.it) ricavato dalla ristrutturazione di un antico palazzo.
Mangiare. Il caffè storico Gambrinus si trova in via Chiaia 1-2. L’indirizzo giusto per un pranzo autentico è la trattoria da Ettore (via Santa Lucia 56), dove si possono gustare specialità locali realizzate con prodotti freschissimi. Ottima pizza e altri piatti con sapori tradizionali da Ciro a Santa Brigida (via Santa Brigida 71-74), un’istituzione dal 1935.