
A partecipare a quest'ultima formula, nel mese di giugno 2021, alcuni dipendenti del Gruppo CAP: dopo un percorso formativo sul tema del viaggio e della fotografia di viaggio, a loro è stato chiesto di realizzare un "reportage fotografico" sul tema "Passione Italia". Come molti ricorderanno, "Passione Italia" è la campagna lanciata a marzo 2020 con la quale il Touring ha voluto contrapporre alla mappa del contagio la mappa della bellezza italiana; un invito per tutti a “viaggiare da casa”, per scoprire e riscoprire ciò che il Paese ha da offrire. In questo contesto abbiamo chiesto anche ai dipendenti di Gruppo CAP di raccontarci la loro personale "Passione Italia": un luogo, un'esperienza, un momento da ricordare e da suggerire anche ai lettori nei luoghi attorno a Milano dove il gruppo opera.
In questa pagina vi proponiamo un lavoro che ha come tema la cittadina di Sesto San Giovanni. Potete trovare tutti gli altri contributi a questo link.
SESTO SAN GIOVANNI, TRA CAMPARI E ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE - di Martino Loiacono
Sesto è particolarmente nota per il suo complesso industriale. Impostasi negli anni Trenta, giunta al suo apogeo negli anni Sessanta ed entrata in declino negli anni Ottanta e i primi Novanta, l’industria siderurgica ha lasciato molteplici tracce in città. Questo capannone dismesso della Falck aiuta a rivivere l’ascesa, lo sviluppo e il declino dell’acciaio. Una testimonianza preziosa del Novecento che conserva il suo fascino.

La società di massa post-bellica, caratterizzata dalla centralità dell’operaio, da una forte industrializzazione e dalla presenza dei partiti di integrazione di massa, ha lasciato segni indelebili a Sesto. Basti pensare semplicemente al soprannome "La Stalingrado d’Italia’’ affibbiatole per via dello strapotere del Pci. Il tramonto della società industriale ha cambiato radicalmente la città, inclusa la politica, e ha generato panorami simili: capannoni abbandonati che ricordano l’Italia che fu.

Lungo viale Italia, una delle vie principali della città, si trova lo stabilimento Vittoria della Falck. La facciata è caratterizzata da una bandiera italiana e dalla scritta che ricorda la produzione di acciaio e ferro. Nello stabilimento erano presenti circa 800 lavoratori che si occupavano di produzione di corde, fili d’acciaio e rame. Anche in questo caso si nota il trascorrere del tempo (alcune lettere si sono sbiadite): segno del passaggio dalla civiltà di massa a quella postindustriale e globalizzata.


In questo Padiglione del 1933 realizzato da Fortunato Depero si osservano tanti degli elementi estetici che caratterizzano Campari. Si osservano, ad esempio, la bottiglietta del Campari soda (sulla sinistra), realizzata dallo stesso artista, oppure le figure stilizzate che saranno parte delle tante pubblicità di successo del brand sestese che al tempo produceva sia il Bitter sia il Cordial.
