Fino a qualche anno fa i romani che si trasferivano a Milano per lavoro amavano ripetere questa battuta. "Sai qual è la cosa più bella di Milano? Il treno verso Roma". Gli amici milanesi sorridevano amaramente, prendevano le distanze con difese d’ufficio che prevedevano l’elogio (nell’ordine): del sistema dei mezzi pubblici milanese; dell’aria cosmopolita che si respira a Milano durante il Salone del Mobile e/o le settimane della moda; del fascino discreto di certi scorci di Milano che però faticavano a ricordare; della città d’acqua con i Navigli disegnati da Leonardo "che se non fossero coperti sarebbe come Amsterdam". E poi si preparavano al weekend fuori città. Perché Milano è bella, certo: ma vuoi mettere il fine settimana al mare/montagna/capitale europea?
Tutto questo era abbastanza vero appunto fino a qualche anno fa, diciamo prima dell’Expo se proprio vogliamo dare una data. Poi qualcosa è cambiato. La città ha preso a guardarsi e a farsi guardare. E a trovarsi forse non bella, ma di certo assai attraente. I turisti – specie gli stranieri – hanno capito che qualche giorno a Milano era ben più che una tappa dove fare il pieno di Prada/Armani/Gucci accompagnato da un panzerotto di Luini, ma un viaggio alla scoperta di una grande città europea che è stata residenza imperiale, capitale di uno Stato (era un Ducato) e addirittura del Regno d’Italia (quello napoleonico però). E oggi è l’esempio applicato di cosa intendano all’estero per stile e creatività italiane, e non solo questo.
Le
compagnie low cost che dovevano portare via i milanesi hanno iniziato a scaricare frotte di turisti che adesso incrociano in piazza Duomo - la sorpresa è tanta per gli stessi milanesi. E via, accade il miracolo: Milano dà del filo da torcere a Roma per numero di visitatori.
Ma una volta che si viene a Milano, che cosa c’è da fare di nuovo e di diverso? Ecco i nostri consigli per passare
tre giorni in città uscendo dai percorsi classici, ma cercando di vivere al meglio Milano. E se amate
le opere dei giorni nostri, di cui Milano è ricca, leggete in questa notizia i
10 luoghi da non perdere per gli appassionati di arte contemporanea che vi consigliamo.
Certo, il
Cenacolo è da vedere una volta nella vita, lo ha detto anche Dan Brown. Per cui se pensate di visitare Milano organizzatevi per tempo e prenotatevi i vostri 15 minuti di ammirazione tra un giapponese che fa “oh” in estatico silenzio e, se va male, un cinese che fa lo stesso “oh” ma rumorosamente scattandosi un selfie. Però a un passo dal Duomo, nella centrale e quasi caotica via Torino, epicentro dello shopping più giovanile e alla portata di tutti, quasi nascosta dietro una grata di ferro che a non saperlo è proprio possibile che non ci si faccia caso, c’è
una chiesa che sembra piccola ma piccola non è. Ha un nome complesso,
Santa Maria presso San Satiro, e al suo interno custodisce la prospettiva (falsa) di
Bramante. Per cui lo spazio sembra più grande di quel che in realtà non sia. San Satiro è uno dei luoghi
Aperti per Voi dai volontari del Touring, ed è bellissima anche se la guardate dal dietro, ovvero andando in via Mazzini.
L’ingresso è gratuito come è gratuito in un altro gioiello poco noto della città: la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, in corso Magenta. Le due chiese non distano troppo, e anzi andare da una all’altra passando per le stradine interne che toccano piazza San Sepolcro, la Braidense, ma anche piazza della Borsa con il dito di Cattelan e via Meravigli è una passeggiata che rende bene l’anima antica di Milano che non si cela solo dentro al Castello Sforzesco. Una volta che siete arrivati a San Maurizio allungate la passeggiata quel tanto che basta per fare un salto in Sant’Ambrogio. Il nome completo è basilica romana minore collegiata abbaziale prepositurale di Sant’Ambrogio, ed è uno dei luoghi dove più si respira la storia di Milano.
Visitare una città durante la settimana ha l’innegabile vantaggio che ti permette di stare a guardare cosa fa la gente che ci vive, fuori dai circuiti turistici. Giusto un passo oltre la cerchia dei Navigli che a Milano segna il fossato tra quel che è centro e quello che non lo è la zona di Paolo Sarpi è forse il luogo migliore per respirare l’anima cosmopolita della città. È il quartiere dei cinesi, vero. E da vedere non c’è granché, altrettanto vero. Ma è un quartiere attaccato al parco Sempione e non è distante dalla movida di Corso Como e corso Garibaldi. Anzi adesso che è stata aperta anche la fondazione Feltrinelli disegnata da Herzog & de Meuron (nella foto) ha guadagnato anche in attrazioni architettoniche.
Da quando è diventata pedonale la via centrale, Paolo Sarpi, è piacevole da passeggiare e assai tentatrice per chi ama sperimentare in cucina. Ci sono diversi negozi dove fermarsi ad assaggiare ravioli cinesi buoni come quelli che fanno a Pechino, specie alla Ravioleria Sarpi (via Paolo Sarpi 27): una botteguccia di ravioli cinesi take away. Ma tutta la zona è un bel posto anche solo per farsi un’idea di che cosa sia una grande città europea. Gli amanti del cosmopolitismo urbano possono anche fare un giro nelle vie di stampo ottocentesco di Porta Venezia. Qui da anni a farla da padrona è la comunità etiope ed eritrea, con i suoi ristoranti piccanti e i bar scuri, ma oggi la zona è diventata anche l’epicentro della grande comunità gay della città che intorno a via Lecco e in via Melzo ha alcuni dei suoi punti di ritrovo.
Inutile dire che tanto cosmopolitismo si respira anche a tavola: da qualche anno Milano offre una sempre crescente
varietà di ristoranti etnici dove provare pietanze che difficilmente si possono assaggiare altrove in Italia. Tra questi, secondo gli esperti del sito
Fine Dining Lovers, da non perdere un paio di giapponesi che vanno bel oltre il sushi: come gli
Okonomiyaki (una pizza frittata tipica di Osaka) serviti da Maido (via Savona 15 e via Cagnola 4;
www.maido-milano.it), oppure
Nozomi dove il sushi non è contemplato e offre cucina autentica e casalinga (via Piero Calvi 2;
www.nozomi.milano.it), o ancora gli ottimi ramen di
Ryukishin (via Ariberto 1;
www.ryukishin.it).
Ma se il giapponese è di moda ovunque, non altrettanto si può dire del peruviano: a Milano vivono circa 40mila immigrati del Perù che hanno tanti ristoranti nella zona di via Padova. Se volete provare un peruviano d’eccellenza (le riviste peruviane dicono che sia tra i migliori al mondo) andate da
Pacifico, in via della Moscova 29 (
wearepacifico.it); più alla mano e con un ottimo ceviche
Inkanto (in via Emilio Gola 4). Se invece vi stuzzica il messicano nessun problema: direttamente dai padiglioni di Expo è arrivato a Porta Nuova
Bèsame Mucho (Piazza Alvar Aalto), ottimo indirizzo dove andare oltre la vecchia idea del Tex Mex. Non vi basta? Bene, per completare l'atlante ci sono
uzbeki (Uzbek, via Carlo Farini 38);
vietnamiti (Vietnam Mon Amour, via Torquato Taramelli 67);
argentini (El gaucho, via Carlo Adda 11 di proprietà di Zanetti);
svedesi (Bjork, via Panfilo Castaldi 20);
ebraici (Denzel, via Washington 9),
eritrei (l’ottimo Asmara, in via Lazzaro Palazzi) e persino un
nepalese: Achar (via Piero della Francesca 13) che ha aperto da qualche mese.
Per essere una semplice passeggiata costa, non c’è che dire. Perché il biglietto viene 12 euro, però obiettivamente la vista merita. Perché una volta che sei a
Milano in piazza Duomo ci vai, chiaro. Però se non hai voglia di far la fila per entrare, o magari un’altra volta l’hai già comunque visto con la tua vecchia zia, ecco la novità che permette di guardare le guglie e il centro da una prospettiva diversa: una
passeggiata sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele per vedere una parte stupenda della città da una prospettiva oggettivamente insolita (
www.highlinegalleria.com).
Se mancate da Milano da tempo andate in quella zona non ben definita topograficamente che si trova tra corso Como e l’Isola, giusto sopra la stazione Garibaldi. Fino a qualche anno fa c’era un grande spiazzo incolto dove ogni tanto mettevano le tende i circhi. Adesso c’è piazza Gae Aulenti con i suoi grattacieli che fanno assomigliare Milano a quello cui ha sempre voluto assomigliare: una città verticale. Ma anche negozi, un auditorium e un piccolo parco in evoluzione, nel senso che lo stanno sistemando. Qui c’è anche il Bosco verticale, ovvero il pluri-premiato palazzo residenziale che ricorda i giardini pensili di Babilonia.
E andando ancor più avanti c’è appunto il quartiere Isola, che un tempo era davvero un’isola (più o meno, visto che era chiusa da fiumi, il Seveso, e navigli) e anche abbastanza malfamato, mentre adesso è quanto di più alla moda ci sia. Il sabato pomeriggio tra via Borsieri e via Volturno c’è anche il mercato, che non ha nulla di particolare intendiamoci, ma fa tanto città vissuta. Intorno però spuntano come funghi ristoranti, bar di gran moda, librerie indipendenti e negozi da guardare. Se dopo una passeggiata di mezz’ora vi vien da dire "Tutto qui?" si vede che siete stati troppo spesso a New York.
Cosa fanno la sera i milanesi? Bella domanda. Di tutto e di più, come ovunque. Però quel che è sicuro è che Milano ha un’offerta culturale ampia e varia come nessuna altra città italiana. Cinema, teatro, concerti, eventi sportivi: qualunque cose vi piaccia a Milano c’è ed è spesso declinata al meglio. Così se volete andare a teatro guardate cosa va in scena alle
Manifatture teatrali a Palazzo Litta (
www.mtmteatro.it) con il suo programma che spazia dalla sperimentazione ai grandi classici. Ma anche al
Franco Parenti (
www.teatrofrancoparenti.it) che è anche uno spazio da guardare e vivere dopo l’apertura dei Bagni misteriosi (nella foto sotto). E poi, ovvio, il Piccolo teatro, perché è il
Piccolo (www.piccoloteatro.org): e come fai a non andare se ami il teatro?
Se amate il cinema che altrove non riuscireste a trovare, provate a vedere che cosa hanno in cartellone allo storico
cinema Mexico (via Savona 57;
www.cinemamexico.it) ma anche al piccolo
Centrale (
www.multisalacentrale.it) di via Torino con le sue due sale che sembrano un salotto di casa. Oppure al cinema Beltrade (
bandhi.it/bah/beltrade): sala di quasi periferia (ma comodamente raggiungibile in tram o scendendo a Pasteur sulla Linea 1) assolutamente indipendente che tiene alta la bandiera delle pellicole di qualità con una programmazione ricca e varia, molto attenta ai documentari. Per cinefili accaniti da non perdere lo
spazio Oberdan, la sala della cineteca milanese (piazza Oberdan;
oberdan.cinetecamilano.it) con le sue rassegne monografiche e quella del
Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121,
mic.cinetecanilano.it). Per i concerti non c’è che l’imbarazzo della scelta, ma se amate il “ grande jazz” fate un salto al
Blue Note (
www.bluenotemilano.com) in via Borsieri, all’Isola.
Siamo onesti: rispetto al resto d’Italia a Milano le brioches della colazione di un bar qualsiasi non valgono nulla. Di norma decongelate, vengono scaldate al microonde come se foste all’autogrill, e se il bar sprigiona un certo aroma da forno di una volta è perché assieme a questi dolci congelati i grossisti devono per forza fornire un diffusore di aromi.
Per fortuna in città ci sono ancora luoghi dove
caffé e brioches a colazione ti fanno ancora iniziare la giornata in modo diverso. Quindi potreste rilassarvi non tanto in un luogo fighetto da brunch quanto in una più canonica ed economica pasticceria. Da non perdere assolutamente
Pavé (Via F. Casati 27,
www.pavemilano.com) regno degli hipster e dei buoni dolci lievitati, ma anche gli storici
Taveggia con la sua scelta di 25 tipi (via Visconti di Modrone 2;
www.taveggia.it),
Gattullo con i suoi kranz e le sue veneziane (Piazzale di Porta Ludovica 2) o la
piccola PastiChérì (via Canonica 72). E dopo si può affrontare la città in modo diverso. Per esempio la domenica spesso si può salire gratuitamente in cima alla nuova sede della Regione, palazzo Lombardia, per vedere come cresce la città. Controllate le aperture.
Parigi ha il cimitero di Père-Lachaise e intorno all’età di vent’anni quasi tutti hanno pensato di andarci per rendere omaggio a Jim Morrison. Al Cimitero Monumentale di Milano non sono sepolte rock star, a meno di non considerare tali Alessandro Manzoni e Gino Bramieri. Però è uno di quei luoghi ignorati di Milano che meritano una visita, specie adesso che sono finiti i lavori per la metropolitana e anche la zona antistante è diventata vivibile. Progettato dall’architetto Maciachini secondo uno stile eclettico che concilia richiami bizantini, gotici e romanici è una città in miniatura in cui le edicole funerarie rappresentano un viaggio nell’architettura (e nella storia) della città.
Qualunque città italiana vanta con orgoglio la sua cucina tradizionale e locale. A Milano il problema fondamentale è che il piatto nominalmente più famoso (
la cotoletta alla milanese, quella di vitello, con l’osso, alta quanto basta e rigorosamente fritta nel burro) è conteso dai viennesi che pretendono (a torto) di averla inventata loro, sotto forma di
Wiener Schientzel, e questo genera problemi di identità. Ma questo poco importa al turista, anche perché nella cucina milanese c’è altro.
Provate l’ossobuco con il risotto giallo (consigliare la cassoela forse è troppo) in alcuni di questi ristoranti consigliati dalla redazione di Fine Dining Lovers. In zona Ticinese la storica Madonnina, conto sui 20/25 euro (via Gentilino 6) con un bel pergolato per l’estate. Arredi firmati da Giò Ponti all’antica trattoria Masuelli-San Marco, in viale Umbria (www.masuellitrattoria.com), dove dal 1921 servono risotto con ossobuco, i prezzi sono - come dire - molto milanesi. Se amate esplorare le zone non proprio centrali andate in via Forze Armate 405 alla popolarissima (anche nei prezzi) osteria alla Grande (www.osteriaallagrande.com), che si autodefinisce «l’ultima roccaforte contro gli hamburger» e se capitate nella sera giusta ci trovate ancora qualche menestrello che intona canzoni in milanese. Una degna conclusione per il vostro weekend milanese.
INFORMAZIONI
- Per saperne di più,
il sito web del Comune di Milano.
- La pagina con tutti
i luoghi Aperti per Voi dal Volontari del Touring Club Italiano: a Milano sono ben 16, tra cui i più recenti sono l'Archivio di Stato e l'Orto botanico di Città Studi!
- La nostra notizia sui
luoghi dell'arte contemporanea da non perdere a Milano.
- Perché non passare a trovarci al
Punto Touring di corso Italia 10, la sede della nostra associazione? Libri, guide, agenzia viaggi e tanto altro vi aspettano.
- Le
guide Touring dedicate a Milano sono molte, variegate e scontate se comprate online: segnaliamo la
Guida Verde, ricchissima di informazioni culturali; la
Cartoville, da tenere in tasca, ottima per girare la città;
Milano in scatola, con mappe tematiche dedicate a green, food, kids e cool.