Sera, quasi notte. E’ una sera di settembre, una di quelle sere nelle quali ti accorgi che l’estate è finita davvero. Non c’è nessuno per le strade, i bar sono semivuoti e non si sente quasi più il rumore degli insetti notturni. Ci troviamo a Bagnone, in Lunigiana; passeggiamo per le stradine che non abbiamo mai visto davvero, nonostante si abiti abbastanza vicino. Il borgo è molto bello e visto a quell’ora lo è ancora di più. Il buio uniforma e nasconde bene alcune brutture che la luce metterebbe in evidenza.
A un certo punto, ai lati della strada, vediamo un cartello che riporta, sopra uno sfondo marrone: Via del Volto Santo.
Alla fine, tra i due forse è proprio quest’ultimo sentimento a prevalere, consapevoli che le cose belle scoperte rimarranno ed anzi, impegnandoci a farle conoscere e a valorizzarle, riusciremmo forse, a renderle migliori. Lasciamo di buon mattino il convento di San Francesco di Borgo a Mozzano che ci ha ospitato per la notte (foto a sinistra). Direzione Museo Civico, detto “Antiquarium”; qui potremmo osservare alcuni resti delle civiltà ligure ed etrusche rinvenuti in molte grotte o cavità scoperte d investigate nelle vicinanze. Il museo si cura anche, assieme ad altre associazioni, del mantenimento delle fortificazioni della Linea Gotica, resti di una periodo, quello degli ultimi anni della seconda guerra mondiale che ha condizionato pesantemente la vita di questi territori.
Proseguiamo fino a raggiungere la località di San Donato dove, di fronte alla bellissima chiesa romanica ci concediamo una sosta (foto a destra). Ci sarà tempo per visitare il luogo di culto e togliersi gli zaini dalle spalle.
Sesto a Moriano e poi Ponte a Moriano sono le altre località che raggiungiamo e superiamo fino a imboccare la pista ciclabile che segue il corso del Serchio e che ci condurrà direttamente a Lucca.
Il percorso, molto bello e facile, è forse un pochino monotono, soprattutto per chi, come noi, arriva da giorni di cammino in un ambiente vario capace di mutare ad ogni saliscendi.
Infine arriviamo a Lucca, porta S. Maria, attraverso la quale entreremo nel quartiere di San Frediano.
Appena prima della porta, su un muro a sinistra della strada notiamo un piccola marginetta, posta a qualche metro da terra, dove è riposta una scultura del Cristo Tunicato (foto a sinistra). Un ben arrivato inaspettato e assai gradito.

L'ARRIVO A LUCCA

Sulla facciata ci sono altri due elementi che meritano attenzione: la prima è l’iscrizione che gli speziali e i cambiavalute hanno fatto incidere e posizionare, nella quale si impegnano a non truffare nel cambio dei soldi e a non contraffare i prodotti venduti ai pellegrini. L’iscrizione è del 1111 e questi alcuni passaggi significativi: “(…)Tutti gli speziali e i cambisti giurano che da quel momento in poi non avrebbero fatto furti, truffe e falsificazioni entro la corte di San Martino né nelle case dove si dà ospitalità” e conclude “(…) Ogni forestiero legga questa scritta in questo confidi e non tema di niente per se”. L’altro elemento è l’occhio del portale sinistro che permetteva ai pellegrini di poter vedere la scultura del Cristo Tunicato anche a tarda sera quando la chiesa era chiusa. Segni evidenti, entrambi, che l’attività di pellegrinaggio era in pieno sviluppo e molti erano quelli che si recavano a Lucca per visitare il Volto Santo.
DAVANTI AL VOLTO SANTO
A fianco del tempietto, a circa due metri da terra, si trova un oggetto, custodito all’interno di una teca che attira subito la nostra attenzione. Si tratta di una mannaia, protagonista di un miracolo, detto appunto “Miracolo della Mannaia”, che coinvolge proprio il Volto Santo. Protagonista della storia è un certo Giovanni di Lorenzo di Piccardia che, in pellegrinaggio verso Loreto, decise di proseguire per Lucca così da potersi prostrare di fronte al Volto Santo. L’anno è il 1334 e Giovanni, trovandosi a passare per Pietralunga, cittadina vicino a Città di Castello, trovò in un torrente il corpo di un uomo ucciso da poco. In quegli attimi sopraggiunsero gli abitanti del luogo che, vedendo un forestiero a fianco del cadavere, lo accusarono immediatamente del delitto. Nonostante le proteste Giovanni venne incarcerato e, non trovandosi altro possibile colpevole, venne portato in tribunale. Qui dopo aver resistito alle torture per qualche tempo, sopraffatto dal dolore, confessò l’assassinio venendo immediatamente condannato a morte. Lo sfortunato fece allora voto al Volto Santo che, se avesse avuto salva la vita, non solo si sarebbe recato a Lucca per venerarlo ma avrebbe poi proseguito fino a Santiago di Compostela.







