Sulle pareti delle scuole cinesi è apparso un planisfero, proprio come quelle italiane. Ma è un planisfero con una prospettiva differente: la Cina tiene fede al suo nome (che vuol dire Paese di mezzo) e sta al centro del mondo. È solo una delle infinite cose che non sappiamo della Repubblica Popolare Cinese, la nazione seconda dietro l'Italia per numero di siti Patrimonio dell’Umanità tutelati dall’Unesco: 59 a fine 2024.

Le meraviglie cinesi sono raccolte, spiegate e splendidamente fotografati in un nuovo libro del Touring, un ritratto ricco, vario e armonioso della civiltà cinese. Sfogliandolo con lentezza, si può per percepire l'atmosfera imperiale della Città proibita, risalente a sei secoli fa, apprezzare l'incredibile danza delle Grotte di Mogao, a Dunhuang, che hanno compiuto 1600 anni, e la magnificenza della Grande Muraglia, di 2200 anni fa; si può anche avvertire vivida l'armonia tra natura e uomo, la coesistenza dei vari sistemi nelle risaie terrazzate degli Hani di Honghe, immaginare la prosperità ammirando le migliaia di vele e barche che percorrono il Gran Canale, e seguire lo spirito della letteratura e la maestria degli artigiani nei Giardini classici di Suzhou.

“Per i cinesi il Patrimonio Unesco non è solo un fattore di orgoglio – spiega Lorenzo Riccardi, presidente della Camera di Commercio italiana in Cina -, l’attenzione che Pechino pone nella promozione della propria storia millenaria, rappresentata dai crescenti investimenti, pubblici e privati, nella realizzazione di progetti culturali e nella costruzione di nuovi musei, racconta bene di come il governo punti a rimettere la sua storia millenaria al centro, utilizzando i luoghi e i simboli per paragonarsi alle civiltà più importanti dell’umanità”.

E, visto che in Cina a ogni pensiero segue una storia concreta, ecco che “il Piano quinquennale del Ministero della cultura garantisce una maggiore protezione ai siti che fanno parte del Patrimonio culturale cinese e punta a sviluppare il settore del turismo in chiave moderna. I Patrimoni Unesco cinesi diventano un grande motore per supplire alle necessità culturali di una popolazione sempre più benestante, e per attirare turisti, studenti e imprenditori stranieri, rafforzando il proprio soft power come super-potenza culturale”, racconta Riccardi descrivendo la Cina come un paese multiforme, diverso a livello naturalistico – dai deserti della Mongolia interna ai picchi himalayani. All’isola tropicale di Hainan -, e ricco di minoranze le cui tradizioni immateriali vengono così tramandate”. C’è tanto, dietro la Grande Muraglia.

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Cina, Patrimonio dell’Umanità