È il Monferrato, e più precisamente Costigliole d’Asti (At), ad aver ospitato le finali 2024 di ViniBuoni d’Italia, la guida del Touring Club Italiano curata da Mario Busso e Alessandro Scorsone dedicata esclusivamente ai vini prodotti da vitigni autoctoni (la nuova edizione sarà pronta a novembre 2023). Dopo tanti anni a Buttrio (Udine), le finali si spostano quindi in Piemonte, altra regione profondamente legata alla cultura del vino.
A fine settembre, nel corso di tre giorni sono stati degustati i 703 vini che, superando i 91 centesimi di valutazione, hanno ottenuto la Corona della critica. Fra questi una giuria di wine lovers, composta da sommelier, produttori, operatori, giornalisti (fra cui chi scrive) e blogger del settore, hanno scelto le Corone del pubblico, a loro volta indicate in guida con una specifica icona, mentre i curatori hanno scelto i Top 300, il nuovo massimo riconoscimento assegnato dalla guida. A concludere i lavori, La notte delle Corone, presso La Fertè ad Asti, un evento esclusivo realizzato in collaborazione con il Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato che ha proposto tutti i 700 vini finalisti affiancati da un percorso gastronomico sembre dedicato ai sapori del Monferrato.
IL CASTELLO DI COSTIGLIOLE D'ASTI
Le degustazioni si sono tenute nella splendida cornice del castello di Costigliole d'Asti, messo a disposizione dal Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato, che proprio nella fortezza ha la sua sede. Di origine medievale, ristrutturato durante i secoli, quello di Costigliole fa parte del circuito "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. A pianta quadrangolare, è uno dei più imponenti dell'Astigiano. 
Agli inizi del XVII secolo il castello si trovò diviso tra due feudatari, ognuno dei quali s’impegnò a trasformare e abbellire la propria parte secondo gusti e preferenze autonome. La parte settentrionale del maniero (proprietà Asinari) ha mantenuto l’aspetto dell’epoca, mentre la parte meridionale (proprietà Verasis) è in stile neomedievale d’inizio Ottocento. Oggi il castello è in parte di proprietà privata ed in parte di proprietà del Comune. Ospita mostre temporanee e in un edificio adiacente, l’Orangerie, anche la Icif, la prima scuola di cucina professionale in Italia.
ITINERARIO ENOGASTRONOMICO INTORNO A COSTIGLIOLE
La tre giorni di Costigliole è stata anche l’occasione per scoprire il territorio circostante da un punto di vista enogastronomico. Fra le innumerevoli cantine di un territorio adattissima densità enologica, segnaliamo l’azienda Cascina Castlet, storica realtà di Costigliole d’Asti: 31 ettari di vigne quasi esclusivamente a barbera, moscato e uvalino, un vitigno che era quasi completamente scomparso. Dagli anni Settanta Maria Borio guida questa cantina che appartiene dalla sua famiglia da generazioni. L’amore per il passato si coniuga molto bene con la tecnologia, una nota di merito per l'originalità delle etichette dei vini che invitano a scoprire luoghi, tradizioni e persone.
 
A Nizza Monferrato invece segnaliamo l’Azienda Guasti Clemente, barbera e grignolino, barolo e barbaresco e fra i bianchi roero arneis, gavi e spumante metodo Charmat per questa cantina nata nel Dopoguerra. È una delle cantine del Nizza, la nuova docg del barbera nata nel 2014, e in cantina conserva alcune bottiglie di barbera del 1998 straordinariamente conservate.

Per quanto riguarda la ristorazione, la prima segnalazione è per la Locanda del Boscogrande di Montegrosso d’Asti, eccellente ristorante con camere e piscina, in posizione panoramica fra le colline e i vigneti, che propone i piatti cardine della cucina piemontese, come il vitello tonnato e gli agnolotti del plan; La Signora in Rosso a Nizza Monferrato, osteria e vineria all’aperto, in un bel dehors estivo, anche qui cucina tradizionale di livello, con una torta alle nocciole notevole; e infine l’Enoteca caffè Roma in piazza Umberto I a Costigliole, sotto il Castello, cucina casalinga e particolare attenzione ai formaggi locali. 


 
UNA GUIDA UNICA
Giunta alla 21a edizione, la guida Vinibuoni d'Italia (in uscita a novembre) porta avanti ormai da tempo con successo un duplice obiettivo: valorizzare le radici locali, il territorio e la tipicità; e dare indicazioni utili ai consumatori e al mercato, che apprezza sempre più i livelli qualitativi e il rapporto qualità-prezzo che gli autoctoni esprimono: in guida si trovano infatti etichette dagli 8 ai 200 euro, con un prezzo medio di 25 euro.
La passione per gli autoctoni è oggi diffusa tanto quanto l’attenzione ai prodotti tipici: non si contano i vini autoctoni al top delle classifiche di gradimento, sia degli esperti sia del pubblico dei semplici amatori. E tra gli autoctoni si annoverano vini importanti, basti citare il barolo, l’amarone della Valpolicella, il brunello di Montalcino, il sagrantino, il greco di tufo, il nero d’avola, la malvasia delle Lipari: vini rinomati e conosciuti a livello internazionale. Ma tra gli autoctoni si trovano anche i vini di tutti i giorni, quelli più conviviali, dal lambrusco al chianti, dal verdicchio al vermentino; oppure vini particolari, di produzione limitata e antica tradizione, come il gattinara piemontese, lo schioppettino friulano, il tintilia molisano.
Vinibuoni d'Italia è divisa in 23 capitoli regionali, con la divisione fra Trentino e Alto-Adige e l’aggiunta di Istria-Croazia. In ogni regione i produttori sono indicati in ordine alfabetico e i vini segnalati sono solo quelli ottenuti al 100% da vitigni autoctoni. Le commissioni regionali degustano ogni anno oltre 35mila bottiglie per scegliere le migliori 4.500 (presenti nella guida) da 1.500 cantine. Tra questi, 703 vini hanno ottenuto la Corona della critica (potete consultare l’elenco completo dei coronati su www.vinibuoni.it), fra cui sono stati scelti per la prima volta i 300 Top d’Italia.
Tra i TOP 300 le regioni con il maggior numero di riconoscimenti sono risultate il Piemonte e la Toscana, con 41 vini top selezionati ciascuna, seguite da Veneto e Lombardia con 30 e dalla Sicilia con 20. La Toscana svetta tra i vini rossi con 38 vini seguita dal Piemonte con 30 e dal Veneto con 10. Tra i vini bianchi le Marche si aggiudicano il primato con 15 vini , seguite da Friuli Venezia Giulia e Campania a pari merito con 10. Per quanto riguarda gli spumanti ancora una volta la regione che raccoglie più riconoscimenti è la Lombardia, con 22 vini, di cui 20 Franciacorta, seguita da Veneto e Trentino con 10.
IN ATTESA DELLA GUIDA, SCOPRI I MIGLIORI VINI DELLA SCORSA EDIZIONE, REGIONE PER REGIONE