
I giardini sono paesaggi terrestri, ma se si aggiunge la presenza dell’acqua si trasformano in un ambiente fertile e gioioso che ci fa sentire misteriosamente felici. L’acqua ci rilassa e allo stesso tempo ci riempie di vita e di giubilo; vicino a questo elemento ci sentiamo al sicuro.
María Belmonte
È un itinerario tra lo storico e il sentimentale, quello intrapreso dall'autrice spagnola María Belmonte nel suo ultimo libro Al tempo dei giardini - Sogni, simboli e miti d'acqua, pubblicato da Touring Club Italiano nella collana Andante. Un itinerario intrapreso per per raccontare il fascino eterno dell'acqua che sgorga, delle sorgenti, delle fontane, del piacere che uno zampillo o un ruscello provocano nella nostra mente fin dalla notte dei tempi (il titolo originale dell'opera è proprio dedicato al mormorio dell'acqua: El murmullo del agua, fuentes, jardines y divinidades acuáticas).
Belmonte ci accompagna attraverso la storia per capire come l'uomo sia sempre stato attratto dal fluire dell'acqua. In particolare, divide l'opera in tre parti: il mondo antico, quello rinascimentale e quello barocco. Se gli antichi greci interrogavano le sorgenti come si fa con un oracolo, consci di trovarsi al varco tra due mondi, a Roma l’acqua trova un’espressione concreta e grandiosa, che unisce ingegno e desiderio nell’equilibrio perfetto degli acquedotti, meraviglie ingegneristiche che alimentavano anche fontane, terme e lussuose residenze imperiali. È invece nel Rinascimento che questo fluire si carica di senso diventando strumento di riflessione e introspezione: l’acqua non è più solo necessità ma simbolo di pensiero filosofico, come nelle composizioni ispirate all’Accademia platonica fiorentina. Nella stagione barocca poi, col Bernini, l’acqua si trasformerà da materia liquida a scultorea, presenza che incanta, solleva e rapisce l’osservatore.
È un libro colto, quello di Belmonte, ricco di riferimenti letterari e artistici, ma anche sognante, romantico, nella continua ricerca dell'autrice di fonti e fontane, zampilli e sorgenti. Abbiamo rivolto a Belmonte, che prima ha studiato Storia a Bilbao e Antropologia a Barcellona, poi, ha conseguito un dottorato in Antropologia sociale all’Università dei Paesi Baschi, alcune domande per capire meglio come nasca nell'uomo (e in lei) il fascino dell'acqua.
Nell’introduzione del libro, lei spiega come le è venuta l’idea di scriverlo: un libro di J.B. Priestley sui piccoli piaceri della vita, tra cui l'autore metteva al primo posto le fontane. Secondo lei, che cosa ci atrae dell’acqua che sgorga da una sorgente? Qual è l’elemento che ci cattura maggiormente?
Gli esseri umani sono composti per il 65-70% di acqua, quindi siamo inconsciamente attratti da questo elemento, proprio come tutte le altre creature viventi. L'acqua ci dà la vita, ma anche il piacere. Quando siamo vicini all'acqua, sulle spiagge, nei fiumi, nei laghi, ecc. recuperiamo il bambino che è in noi e ci abbandoniamo al gioco. L'acqua è una fonte di vita e di piacere e gli antichi Romani lo sapevano bene.
Perché ha scelto proprio quei tre periodi storico-artistici per comporre il suo libro? Avrebbe potuto prendere in considerazione anche altri periodi, o spingersi fino all'epoca moderna. Pensa che questi tre siano i momenti più significativi del nostro rapporto con le fonti, o ce ne sono altri?
Ho deciso di scrivere del periodo classico greco-latino, del Rinascimento e del Barocco perché amo profondamente questi periodi storici e mi è piaciuto scrivere del loro rapporto con l'acqua, le loro fontane e i loro giardini. È stata una semplice scelta personale e, inoltre, ho meno familiarità con il rapporto che gli abitanti del Medioevo avevano con l'acqua, per esempio.
Le ninfe, queste meravigliose creature. Cosa ci dicono del rapporto tra l'uomo e l'acqua? Dove suggerisce di andare a cercarle?
Temo che le ninfe, quegli esseri meravigliosi che abitavano le sorgenti e i fiumi, siano scomparsi, appartengono a un'altra epoca. Esistevano in un'epoca in cui gli uomini consideravano l'acqua un elemento sacro. Talete di Mileto sosteneva che tutto fosse pieno di dei, che la natura fosse un corpus di forze vive e misteriose in cui ogni cosa aveva un'anima. Nell'epoca in cui viviamo, tutte le cose hanno un prezzo, compresa l'acqua. Scrivere questo libro è stato un rifugio temporaneo; tornare a coesistere con esseri poetici come ninfe e fauni.
C'è molta Italia nel suo libro. Si può dire che racconti in gran parte eventi, personaggi, artisti, luoghi italiani. Come mai? Non ha trovato riferimenti altrettanto interessanti nella sua Spagna? Penso solo alle fontane dei patii di Granada… O anche in Francia, o altrove.
Quando si scrive un libro, bisogna limitarlo, altrimenti sarebbe un lavoro senza fine. I giardini e le fontane moresche della Spagna meridionale sono una meraviglia e meriterebbero un libro a sé. Come ho detto prima, amo il mondo classico, ho letto molto su di esso e ho viaggiato molto in Grecia e in Italia, quindi tutto è venuto naturale nel libro: i luoghi, i personaggi, gli artisti... tutto faceva parte della mia vita da molto tempo.
Tra i tanti personaggi che lei racconta, tutti accomunati dal racconto che hanno fatto dell'acqua, da Plinio a Bernini, da Marsilio Ficino a Pletone, quale l'ha affascinata di più mentre si documentava e scriveva di loro?
Sono tutti personaggi che amo da tempo; lo studioso bizantino Pletone faceva già parte del mio primo libro, Pellegrini della bellezza, viaggiatori in Italia e in Grecia. Ma se dovessi sceglierne uno, cosa che mi riesce difficile, sceglierei Plinio il Vecchio, un personaggio irripetibile, iperattivo, con una curiosità insaziabile per il mondo che lo circonda e per tutti gli esseri che lo abitano.
Roma e le sue fontane, di cui parla nel capitolo dedicato al barocco. Può suggerirci un piccolo itinerario per scoprire le più affascinanti?
Le fontane e Roma sono un argomento noto e Internet è pieno di itinerari, quindi non mi permetto di consigliarne uno, ma Gian Lorenzo Bernini, uno dei più grandi artisti della storia europea, può essere una buona guida.
Può consigliare qualche libro sull'argomento che le è piaciuto particolarmente, per chi volesse approfondire il richiamo irrefrenabile dell'acqua che sgorga?
Per saperne di più su questo misterioso elemento che è l'acqua, consiglio H2O: A Biography of Water (1999) di Philip Ball - in italiano H2O, una biografia dell'acqua (Rizzoli). Invece, per conoscerne l'aspetto simbolico e poetico consiglio la famosa opera di Gaston Bachelard, El agua y los sueños (1942) - in italiano Psicanalisi delle acque. Purificazione, morte e rinascita (red!).
INFORMAZIONI
María Belmonte
Al tempo dei giardini
Sogni, simboli e miti d'acqua
pp. 192, € 24.00, brossura con alette - collana Andante
In libreria, nei Punti Touring e su www.touringclubstore.com dal 6 giugno 2025.