Questi i primi versi, citati per consentire di entrare nello spirito che Sironi vuole trasporre nelle proprie opere: “La serietà della condizione attuale si può forse superare, per Sironi ci vogliono fantasia e ironia - spiega Calcagno-. Dove stiamo andando dopo anni passati a combattere il Covid e con la guerra ancora in corso in Ucraina? Quali sono le novità che ci attendono per questo 2023 appena iniziato? Ci si siede a teatro a vedere ‘un dramma di speranze e timori’, citando sempre Poe, e, grazie all’intelligenza si può cercare una chiave tra l’astratto e il concreto che permetta di restare al di sopra dei problemi. Trovando così, magari, il modo di affrontarli” dice la curatrice.
Ecco allora anzitutto l’opera che dà il titolo alla mostra, (è)sera di gala, una grande tela con interventi di pittura informale, collage di fotografie e rielaborazioni digitali: immagini scattate in varie occasioni di vita e di lavoro, nature, architetture, forme, oggetti (come istantanee di scarpe, o di fossili)... sono spunti che hanno colpito Sironi negli anni e fanno parte del suo ricco archivio artistico. Uno stile che trova, in Sironi, la massima espressione nel “Teatro Fracking”, progetto a cui l’artista lavora dal 2016 e che sarà sviluppato anche alle Stelline la sera dell’inaugurazione. Fracking è un termine inglese coniato per definire una tecnologia per l’estrazione di idrocarburi: l’acqua lacera le rocce da cui si ricava energia. Ecco quindi che, durante le sue performance, Sironi distrugge la sua ultima opera per poi ricomporla e ottenerne una nuova lasciando in evidenza la cicatrice. “Di solito distruggo l’opera originale e la ricompongo mostrando la frattura: mi interessa mettere in risalto la cicatrice, il trauma che racconta una storia” spiega l’artista. Attualmente, l'artista sta sperimentando un’ulteriore declinazione del Teatro Fracking: “distruggere l’opera mi pare una procedura aggressiva in questo momento, l’ho quindi accantonata per concentrarmi solamente sull’incontro tra musica e arte visiva".
In mostra anche opere come Histoire du soldat (190x140 cm), del 2019, in cui un soldato gigantesco e armato sembra avanzare in un campo di battaglia. Eppure, nel suo incedere pur minaccioso, un uccellino incurante della situazione resta tranquillamente posato su uno degli arbusti che utilizza per mimetizzarsi. “Insomma - conclude Calcagno - lo sguardo critico e ironico, ma non cinico, con cui Sironi rappresenta i problemi attuali sembra una strizzata d’occhio rivolta agli uomini: siamo tutti uguali, diamoci meno importanza e cerchiamo di trovare una chiave per uscire dai guai”.
Histoire du soldat- acrilico, bruciature e collage su carta- cm. 190 x 140
La sera dell’inaugurazione si terrà una performance musicale con la partecipazione al saxofono soprano di Gianni Mimmo, jazzista pavese classe 1957. Da anni l’artista persegue l’incontro tra musica e arte. Dice Sironi: “Ci siamo scoperti per caso: lui gira il mondo con diversi ensemble ed è particolarmente interessato a suonare davanti alle opere d’arte come motivo di ispirazione per la sua musica. Oltretutto Gianni, straordinario improvvisatore, non suona solo con il tradizionale pentagramma ma anche con ‘partiture’ costituite da segni grafici. Percorsi espressivi, il mio e il suo, che convergono con naturalezza
“Sera di Gala” di Fabio Sironi
L’esposizione sarà visitabile fino a giovedì 19 gennaio.
Corso Magenta 61, Milano; tel. 02.4546241; fondazione@stelline.it; www.stelline.it