Ormai quasi ogni città del Centro, Nord e Sud Italia ha il suo mercatino natalizio, ma sono pochi quelli legati alla tradizione, con le casette in legno e soprattutto con prodotti tipici del territorio e sostenibili. Uno dei fedeli è senz’altro il Mercatino di Natale di Bressanone che, fino al 6 gennaio, riunisce 28 espositori in 44 casette nella piazza del Duomo della città altoatesina. Dalle palle di Natale dipinte a mano agli oggetti di legno e feltro, dalle candele ai cuscini alle erbe, la tradizione ultra trentennale di Bressanone punta sull’autenticità dell’artigianato proposto, sulla vendita di prodotti locali e sull’unicità degli oggetti esposti.
Ogni giorno, all’apertura, risuona il carillon della Torre Bianca che accende la festa, mentre alla sera, fino al 24 dicembre, viene aperta una finestra del grande calendario dell’Avvento. Ma il fulcro del Mercatino di Natale di Bressanone è il braciere. È intorno alle sue fiamme che si raccontano storie e favole della tradizione, ma anche i segreti degli artigiani, a bambini e adulti affascinati dai saperi antichi tramandati di generazione in generazione.

E mentre profumi e sapori avvolgono il centro cittadino, sono le luci dello spettacolo Oops-Light & Music Show a trasformare le facciate del Palazzo Vescovile. Il videomapping monumentale sulle architetture barocche, accompagnato dalle musiche di Giorgio Moroder (nato a Ortisei, Alto Adige, e tre volte premio Oscar), incanta tutte le sere con spettacoli pensati per intrattenere e sorprendere, ma anche ideati per sensibilizzare il pubblico sui diritti dell’infanzia. Quest’anno, infatti, per ogni biglietto venduto sarà devoluto un euro al programma Unicef Wash in Zambia destinato a garantire acqua potabile sicura e servizi igienico-sanitari adeguati a migliaia di bambini e famiglie del Paese africano. Il Mercatino di Natale di Bressanone non è solo uno dei più belli: è anche molto buono.

Sicilia, l’isola dei panettoni
Nato secondo la tradizione a Milano nel XV secolo, il panettone ha ormai da tempo superato lo status di dolce meneghino (in fondo, i suoi canditi provengono dalla Sicilia), e proprio in Sicilia negli ultimi anni ha trovato nuova vita grazie alle straordinarie materie prime che questa terra regala.
La prima meta da segnalare ai cultori del panettone è Castelbuono (Pa), piccolo borgo sulle Madonie dominato dal Castello dei Ventimiglia. Già noto ai gourmet più curiosi come il paese della manna, un dolce zuccherino ottenuto dalla resina dei frassini, è qui che Nicola Fiasconaro nel 1953 ha l’intuizione di utilizzare i migliori prodotti della sua terra – mandorle, agrumi, pistacchio… – nei dolci lievitati, dai panettoni alle colombe. Oltre settant’anni dopo la pasticceria Fiasconaro continua a sperimentare nel solco della tradizione proponendo, fra gli altri, il panettone al passito delle Lipari, con petali di rose e fichi d’india; e naturalmente quello alla manna.

È facile costruire un tour tematico dell’isola visitando altri laboratori che hanno saputo arricchire il panettone con le eccellenze del territorio, come la Pasticceria Bonfissuto di Canicattì (Ag), che utilizza il pistacchio verde di Bronte dop e il cioccolato di Modica per creme e glasse. Pistacchio che è l’ingrediente principale anche della pasticceria Pistì di Bronte (Ct), alle falde dell’Etna. Anche qui si sperimenta con pesche candite nell’impasto e glassature di cioccolato modicano.
Il panettone alla siciliana non ha fatto dimenticare il buccellato, il dolce della tradizione che si prepara sotto Natale, a forma di ciambella, con fichi secchi, noci e frutta candita (arance e cedri) nell’impasto. Però questo, al Nord, non hanno ancora imparato a farlo.
