È un’occasione straordinaria per ammirare la cripta romanica della cattedrale di Pavia e una selezione di opere d'arte di grande rilevanza. La mostra
L’acqua che tocchi. Leonardo, anima e materia, che i volontari del Touring contribuiscono a rendere accessibile
fino al prossimo 12 gennaio, propone un percorso tra arte storia e bellezza sul tema dell’acqua, a partire da un foglio del Codice Atlantico di Leonardo per giungere fino al Novecento.
La cripta romanica della Cattedrale di Pavia
L’esposizione mette in dialogo tra loro oltre 50 opere provenienti dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Comunitaria della provincia di Pavia come da collezioni private e pubbliche. La mostra vuole sottolineare quale grande risorsa abbiano rappresentato nei secoli i corsi d’acqua per il territorio pavese, contribuendo a plasmarne il paesaggio.
Leonardo da Vinci, Pavimentazione di una conca su palafitte e altri strumenti (1485 ca) dal Codice Atlantico
La mostra L’acqua che tocchi. Leonardo, anima e materia, con ingresso da via Cardinal Riboldi, è visitabile a ingresso libero il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (in dicembre, orario continuato 10-19) e dalle 15 alle 17 il giovedì e venerdì.
Per sviluppare ulteriormente le attività a Pavia, i volontari Touring invitano i soci ad unirsi a loro, candidandosi online su touringclub.it/apertipervoi.
Riccardo Pellegrini, Il ponte medievale sul Ticino a Pavia (1900-1915)
La rassegna è promossa da Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia, in collaborazione con la Fondazione Museo Diocesano, Fabbriceria della Cattedrale di Pavia, Touring Club Italiano, Ufficio Scolastico Regionale, con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Pavia, Camera di Commercio di Pavia, Comuni di Pavia, Vigevano e Voghera. L’esposizione è la
nona tappa dell’iniziativa Open, tour di eventi espositivi che sta portando il patrimonio artistico della Fondazione Cariplo in tutta la Lombardia, nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola.
La cripta romanica della Cattedrale di Pavia
Ecco la scheda ufficiale della mostra.
L’esposizione L’acqua che tocchi. Leonardo, anima e materia, allestita nella cripta romanica della Cattedrale di Pavia, è curata da Elena Lissoni, storica dell’arte, e Lucia Molino, responsabile Collezione Fondazione Cariplo, con la collaborazione di Francesca Porreca, direttrice Musei Civici di Pavia, don Siro Cobianchi, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Pavia ruolo indicare), Renata Crotti (vice presidente della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia e console Touring).
Una rassegna di oltre 50 opere svela la varietà, la ricchezza e la qualità delle raccolte d’arte della Fondazione Cariplo, di prestigiose istituzioni museali e culturali (Archivio Chiolini, Pavia, Archivio Diocesano, Pavia, Pavia, Archivio Storico Intesa Sanpaolo, Milano, Basilica Broni; Pavia, Biblioteca Ambrosiana, Milano, Biblioteca del Seminario Vescovile, Pavia, Diocesi di Pavia, Diocesi di Tortona, Diocesi di Vigevano, Fondazione Luigi Rovati, Monza, Intesa Sanpaolo, Milano, Musei Civici di Pavia, Museo del Tesoro del Duomo, Vigevano, Sistema Museale dell’Ateneo - Università degli Studi di Pavia) e collezioni private.
Fonte di vita, elemento sacro e di purificazione, l’acqua è l’eterna e grande ricchezza del territorio pavese. Quando Leonardo da Vinci visitò Pavia fu affascinato dalla città bagnata dal fiume, fermandone l’immagine in una serie di disegni e di annotazioni. A partire da un foglio del Codice Atlantico, eccezionalmente concesso in prestito dalla Biblioteca Ambrosiana, si dispiega un emozionante percorso di arte, storia e bellezza sul tema dell’acqua. La suggestiva cripta romanica del Duomo di Pavia accoglie i dipinti di Ezechiele Acerbi, Pompeo Batoni, Nicolas Beatrizet, Achille Cattaneo, Guglielmo Chiolini, Giovanni Antonio Emanueli, Bartolomeo Giuliano, Friedrich Lose, Pompeo Mariani, Giuseppe Menato, Antonio Oberto, Riccardo Pellegrini, Carlo Pizzi, Erminio Rossi, Francesco Trecourt, Riccardo Viriglio, Federico Zandomeneghi, Bartholomaeus Zeitblom, Guido Zuccaro, insieme a preziose oreficerie e documenti inediti. Arricchisce l’esposizione una splendida Hydria etrusca a figure nere proveniente dalla prestigiosa Collezione della Fondazione Rovati.
Oltre cinquanta opere illustrano il tema dell’acqua, elemento primordiale di vita, ma anche simbolo di distruzione e annientamento. Le invenzioni di Dürer, Mantegna e Michelangelo – tradotte in incisione e destinate a un’ampia fortuna, la maiolica decorata del Cinquecento urbinate, la sensuale Andromeda attribuita a Felice Giani riflettono il significato ambivalente dell’acqua attraverso il mito. A questo mondo lontano si contrappongono le immagini seducenti di giovani donne al bagno, ninfe spigliate e moderne colte durante il riposo o lo svago, oppure sorprese in un momento privatissimo dallo sguardo inopportuno del visitatore, come nel caso della Bagnante di Giovanni Antonio Emanueli, oppure della Donna che si pettina dopo il bagno di Federico Zandomeneghi.
All’acqua purificatrice si ricollega una bella selezione di oreficerie sacre (dal Museo del Tesoro di Vigevano, dalla Basilica di Broni, dalla Diocesi di Pavia) che dialoga con le opere di Fondazione Cariplo, come il Battesimo di Cristo di Bartolomeus Zeitblom e la Rebecca al pozzo attribuita a Giovanni Battista Tiepolo, e con la splendida pala d’altare di Costa de’ Nobili, restaurata con il contributo della Fondazione Comunitaria di Pavia e finalmente restituita alla collettività nella sua intatta bellezza.
L’acqua è anche la grande ricchezza del territorio pavese che ne ha plasmato il paesaggio attraverso i secoli: antiche pergamene, mappe, trattati, il modello delle Conche del Naviglio (mai esposto prima), si alternano ai dipinti di Francesco Trecourt, Pompeo Mariani, Riccardo Pellegrini, Ezechiele Acerbi e alle vivide immagini fotografiche di Guglielmo Chiolini che ci restituiscono la centrale importanze dell’acqua, grande ed eterna decoratrice della terra.
La rassegna pavese è l’occasione per restituire alla comunità pavese un nuovo contenitore culturale: la suggestiva cripta romanica della Cattedrale. Il valore storico architettonico si unisce, amalgamandosi, con il percorso d’arte, di storia e bellezza della rassegna pavese, incantando il visitatore. Affascinante sintesi di tecnica e arte, la cripta romanica della Cattedrale si inserisce in un percorso carico di significati simbolici, che comprende il Palazzo vescovile, la Cattedrale e il Broletto con le loro piazze: qui per secoli hanno coesistito tre poteri, quello religioso, quello civile e quello economico, in un’area che è stata e potrebbe tornare ad essere ‘il vero cuore’ della città.
Bagnante sorpresa (1887), marmo di Giovanni Antonio Emanueli