Abu Dhabi è vibrante ed energetica. Oltre 200 piccole isole e una capitale in perenne divenire, collegata alla terraferma da due ponti. Una città in eterna competizione con Dubai, cui contende la palma di mecca mondiale dello sfarzo e della dolce vita del XXI secolo.
Ma Abu Dhabi non è un sogno megalomane o una Disneyland dello shopping. È reale, concreta, vitale, incapace di abbandonarsi all'inerzia. Pronta a mettersi in gioco. Sempre. Proprio come ieri quando, in una manciata di decenni, la città  conosce un'esplosione verticale, divorando un villaggio di pescatori e cercatori di perle. Tutto grazie a una pesca miracolosa, quella che nel 1958 ha portato alla scoperta dell'oro nero, di cui detiene il 95 per cento delle riserve petrolifere degli Emirati. Reti e capanne di fronde di palma sono state sostituite da palazzi e grattacieli in vetro e acciaio, giardini lussureggianti hanno preso il posto dei dowhl ormeggiati nella baia, mentre una Corniche di spiagge bianche e viali alberati, luogo di relax e di incontro, si è insediata sui litorali affacciati sul Golfo Arabico.
Questa città cosmopolita è oggetto di uno sviluppo incalzante. Fra arcipelaghi artificiali, grattacieli arditi, progetti faraonici e avveniristici centri finanziari, Abu Dhabi è una palestra ideale per architetti ed urbanisti alla ricerca di nuovi record. Nonostante la crisi economica mondiale, infatti, sono molti gli studi impegnati a fare della città uno dei maggiori centri mondiali dell'arte contemporanea grazie a nuove ardite performance architettoniche concentrate nel distretto culturale di Saadiyat, un'isola di 27 kmq che ispita alcune fra le più prestigiose istituzioni culturali del mondo: il Louvre Abu Dhabi firmato a Jean Nouvel, il Zayed National Museum di Norman Foster, il Guggenheim Abu Dhabi (nella foto) di Frank Gehry.
Qui nel regno dell'iperbole, fianco a fianco convivono lussuosi centri commerciali, come il Marine Mall, la moschea Sheikh Zayed Bin Sultan Al Nahyan, una delle più grandi del mondo, in grado di ospitare 40mila fedeli, con quattro minareti, 57 cupole di marmo bianco, pavimenti in marmo italiano e mosaici che coprono un'area di 17 mila metri quadrati, il più ampio tessuto mai realizzato da tessitori iraniani per la sala di preghiera principale, e l'hotel Emirates Palace, monumento nazionale, trionfo di marmo, con una cupola dorata più grande di quella londinese di St Paul, 85 ettari di giardini e fontane, 10.002 candelieri di cristallo.