L’esposizione allestita al Museo della Scienza di Milano costituisce un momento di riflessione dedicato a un personaggio rilevante non solo per la storia dell’alpinismo, ma più in generale per la storia del nostro Paese. I resoconti dell'impresa, infatti, hanno a suo tempo diviso l'opinione pubblica in due fazioni, legate ad altrettante versioni delle ultime fasi della scalata: quella ufficiale di Desio e Compagnoni, opposta a quella di Walter Bonatti, radicalmente diversa. Sarà molto interessante capire come la mostra si ponga soprattutto dopo che Il CAI ufficialmente, facendo proprie le conclusioni di tre saggi, ha accolto le tesi di Walter Bonatti sulla conquista della vetta, dell'ultimo campo e delle bombole di ossigeno.
La conquista del K2 infatti ebbe in quegli anni una valenza sociale e nazionale, oltre che sportiva, e diventò il simbolo di un’Italia che si riallineava alle grandi potenze europee dopo la disfatta della seconda guerra mondiale. La scalata alla seconda cima più alta del mondo (8611 m) era già stata tentata altre volte, senza successo dal duca degli Abruzzi nel 1909, dal duca di Spoleto nel 1929, dall’americano Houston nel 1938, dal connazionale Wiessner l’anno successivo e nuovamente da Charles Houston nel 1953. L’onore della vittoria toccò alla spedizione italiana voluta dal Club Alpino Italiano e capeggiata da Ardito Desio, grande conoscitore del comprensorio del Karakorum.
La mostra termina con un videoritratto, realizzato per l’occasione da Tonino Curagi e Anna Gorio. Un docufilm che ripercorre la vicenda umana e alpinistica di Achille Compagnoni e che chiude idealmente il percorso circolare dell'esposizione. La rassegna è accompagnata dal catalogo-libro edito da Marsilio Editore Achille Compagnoni. Oltre il K2. Si tratta del diario di Achille Compagnoni - Uomini sul K2 - pubblicato nel 1958 per l’editore Veronelli, nelle cui pagine è ripercorsa giorno per giorno la conquista della vetta - arricchito da un nuovo apparato iconografico e parzialmente inedito. Il volume è disponibile in due versioni: italiano e inglese.
Info: www.achillecompagnoni.it