Ad avviare l’uno-due, i tedeschi di Mercedes nel presentare l’edizione 2019 del camion top di gamma, il rinnovato Actros privo di retrovisori. Pochi giorni dopo, a metà settembre, è Lexus, marchio premium del gruppo Toyota a fare lo stesso con la nuova berlina della serie ES, sebbene per il momento solo per il mercato giapponese (con guida a destra): aboliti dal mezzo di serie gli specchi esterni, il guidatore deve affidarsi all’aiuto del DOT (Digital Outer Mirror, ovvero specchio esterno digitale) che prevede due display ad alta risoluzione rettangolari da 5 pollici posti ai due angoli inferiori del parabrezza.
La telecamera inserita nella "pinna" del sistema DOT di Lexus.
LA SOLUZIONE LEXUS
La prima sorpresa è che, in realtà, la sporgenza per gli specchi sulla Lexus ES 2019 non scompare. Come si aspettava chi, legittimamente, ne critica la presenza per l’oggettiva pericolosità nei confronti di ciclisti e pedoni. Il sistema DOT prevede comunque una sottile coppia di “pinne” alla base del parabrezza, che recano esternamente l’indicatore di direzione e all’interno la micro telecamera.
Il display del sistema DOT di Lexus.
Il vantaggio per chi guida riguarda prima di tutto la sicurezza. Sulla coppia di display del DOT si può disporre di una visuale più ampia rispetto allo specchio tradizionale che di fatto azzera gli angoli morti, senza in pratica che la struttura possa ridurre la visibilità in avanti.
Gli schermi, inoltre, integrano nel sistema l’assistenza anticollisione per svolte e cambi di corsia (con inquadratura ravvicinata nel momento in cui si inserisce l’indicatore di direzione), oltre a essere dotati di un amplificatore di visione per la guida notturna e di un filtro antiabbagliamento. Ulteriore aiuto, nel DOT è previsto anche sistema di assistenza che “pilota” le manovre di parcheggio sovrapponendo alle immagini appositi indicatori colorati.
Il sistema DOT in funzione di notte.
IL PUNTO DI VISTA DI MERCEDES
Ricordato che i retrovisori esterni di autocarri e bus sono grandi come “lenzuoli”, gli ingegneri di Mercedes nell’annunciarne l’abolizione sul nuovo camion pesante Actros (in tutta Europa) puntano su due temi: la maggior sicurezza da un lato e l’ottimizzazione dei consumi dall’altro.
Già perché, secondo alcuni testi svolti “con” e “senza” specchi sul mezzo, il vantaggio è dell’ordine dell’1,3 per cento. Modesto per un’auto ma importante per un veicolo che, spesso, percorre più di 100mila chilometri all’anno.
La "pinna" del sistema MirrorCam Mercedes.
Battezzato MirrorCam, il sistema Mercedes prevede anch’esso le “pinne” per le telecamere, poste però in alto a filo del tetto, così da lasciare completamente libera la visuale al guidatore. In più i due generosi schermi da 15 pollici interni, messi in verticale, offrono una doppia visuale: nei due terzi superiori la visione “convenzionale” e nel terzo inferiore un’inquadratura ravvicinata dell’area antistante il muso, così da evitare ogni angolo morto.
Date poi le dimensioni del veicoli, sui display sono attivi ulteriori controlli visivi che, per esempio, controllano la coda dell’autotreno in fase di sorpasso, segnalando quando ha raggiunto la distanza ottimale per il rientro in corsia oppure assistono il guidatore ampliando la visuale nelle curve strette o nelle fasi di retromarcia.
La cabina dell'Actros con il sistema MirrorCam Mercedes.
Il risvolto senza dubbio più originale del sistema MirrorCam è riservato alle fasi di sosta. Appositi pulsanti in cabina, posti sullo sportello e vicino al letto, consentono all’autista di controllare l’esterno del Mercedes Actros anche a motore spento e con le tende oscuranti tirate. L’obiettivo è quello sia di proteggerlo da aggressioni mentre esce dal veicolo sia di sorvegliare l’area circostante se si rilevano movimenti sospetti. A richiesta, infatti, è possibile integrare nel MirrorCam sensori di movimento che attivino le telecamere quando altri mezzi o persone si avvicinano “troppo” all’autotreno.
#embedyt{
height: 188px;
width: 320px;
}
#embedyt{
height: 188px;
width: 320px;
}