A Palermo è meglio non andare se si è a dieta. Già perché anche se è bella da togliere il fiato e si cammina che è un piacere nel centro storico pedonalizzato, le calorie sono in agguato a ogni angolo. Prima ancora che il concetto di street food diventasse di moda, il capoluogo siciliano ha sempre avuto il cibo di strada nel Dna, dalle panelle al pane con la meusa (milza), fino agli arancini e ai cannoli. Tra friggitorie, pasticcerie, banchetti improvvisati e trattorie a conduzione familiare, si potrebbe passare un'intera giornata a leccarsi i baffi. Tra l'altro a costi decisamente contenuti. Chi vuole sperimentare tutto o quasi sfruttando le conoscenze locali si può affidare a Streaty (streaty.com), un gruppo di guide turistiche abilitate, che propone street food tour tutti i giorni, dal lunedì al sabato, sia di mattina (inizio ore 10.30/11) sia nel tardo pomeriggio (inizio ore 18/18.30) con partenza all'Afea Art&Room, struttura ricettiva e incubatore artistico (via Principe di Belmonte 33; bbafea.it). Tra le mete toccate i mercati rionali, i venditori ambulanti, le taverne nella versione diurna e il porto, le piazzette e i ritrovi della movida durante la versione serale. Ogni assaggio è ovviamente stagionale quindi le guide modificano gli itinerari e i punti ristoro per soddisfare i turisti garantendo un'esperienza fedele alla tradizione. Non mancano le informazioni sui siti storici e monumentali che caratterizzano Palermo e che si incontrano durante la passeggiata di tre ore. Astenersi fissati del conteggio calorie.