Controverso e geniale. Charles-Édouard Jeanneret, per tutti o quasi Le Corbusier, ci ha lasciati sessant’anni fa, il 27 agosto 1965, tradito da un cuore non più giovane mentre nuotava nelle acque del Mediterraneo, al largo di Cap-Saint Martin, in Costa Azzurra. Architetto, urbanista, designer e pittore, Le Corbusier ha segnato in modo indelebile il Novecento con le sue teorie rivoluzionarie, incarnando lo spirito di un'epoca che cercava di ripensare il mondo dalle fondamenta.

Il suo lascito è come un’architettura poggiata su cinque pilastri incrollabili, i cinque “pilotis”: il tetto-giardino, la pianta e la facciata libere, la finestra a nastro – che hanno liberato l'architettura dai vincoli del passato, dando vita a edifici iconici come Villa Savoye e l'Unité d'Habitation di Marsiglia. Quest'ultima, in particolare, è diventata il simbolo di una visione utopica, l'idea di una "macchina per abitare" in cui l'uomo potesse vivere in armonia con la comunità.

1. Parigi, Francia: l'epifania dei cinque punti

Le Corbusier è anche stato criticato per la sua visione radicale e per l'impatto delle sue teorie urbanistiche sulle città in cui le sue idee si sono concretizzate. Esemplare è il caso del suo "Piano Voisin" per Parigi, che prevedeva la demolizione di gran parte del centro storico ottocentesco per far posto a grattacieli e ampi viali. Un progetto rimasto sulla carta.  A sessant'anni dalla sua scomparsa, il dibattito su Le Corbusier è più vivo che mai, acceso intorno alle opere che dalla carta sono invece uscite, assumendo forma e sostanza. Opere, alcune delle quali Patrimonio dell'UNESCO, che continuano a essere studiate, amate e talvolta contestate.

Il modello del Piano Voisin per Parigi / Wikimedia Commons

2. Marsiglia, Francia: il sogno di un'Unité

Lasciamo la capitale per scendere al sud, nel sole di Marsiglia. Qui non si tratta di una villa, ma di un'intera città verticale: la Cité Radieuse, o Unité d'Habitation. Un'opera titanica, un "villaggio verticale" pensato per una comunità autosufficiente. Sembra un po' il condominio del futuro che si è bloccato negli anni '50.

Marsiglia, la Cité radieuse / foto Shutterstock

3. Ronchamp, Francia: una chiesa o un'astronave pronta a partire

In un'anonima collina della Francia orientale, vi aspetta la Notre-Dame du Haut a Ronchamp. Se non sapeste che è una chiesa, potreste confonderla con un'astronave caduta dal cielo, o una scultura di cemento che si è sciolta sotto il sole. Le Corbusier qui abbandona le linee rette per curve sinuose, pareti sbilenche e finestre colorate che sembrano stelle cadenti.

Notre-Dame du Haut a Ronchamp / foto Shutterstock

4. Berlino, Germania: un pezzo di Francia a Charlottenburg

Anche se il cuore di Le Corbusier batteva per la Francia, la Germania non è stata da meno. A Berlino, nel quartiere di Charlottenburg, si trova la Unité d'Habitation de Berlin. Un fratello minore, ma non meno affascinante, della Cité Radieuse. È un po' come un modello in scala ridotta, ma con un'anima tutta tedesca.

Berlino, Corbusierhaus / foto Shutterstock

5. Stoccolma, Svezia: camera a nord

Anche il freddo nord ha il suo Le Corbusier. A Stoccolma, la Villa Snellman è un esempio di come l'architettura modernista si sia adattata ai climi rigidi. L'edificio è un'elegante interpretazione dei "cinque punti" in versione scandinava: essenziale, funzionale e con un tocco di calore. Non aspettatevi i colori accesi, ma una raffinatezza che si sposa perfettamente con il grigio del cielo svedese.

Stoccolma, Villa Snellman / foto Wikimedia Commons

6. Zurigo, Svizzera: il pavillon che non ti aspetti

Non si può parlare di Le Corbusier senza menzionare la sua patria d'origine. A Zurigo, il Centre Le Corbusier (o Heidi Weber Museum) è un'esplosione di colore e vetro. L'architetto lo progettò per una sua grande sostenitrice, Heidi Weber. È l'ultima opera completata da Le Corbusier, e si vede: è una sorta di testamento spirituale, un concentrato di idee e sperimentazioni.

Zurigo, Centre Le Corbusier / foto Shutterstock

7. Ahmedabad e Chandigarh, l'India immaginata

Ok, lo so, l'India non è in Europa. Ma non- possiamo ignorare l'influenza di Le Corbusier in questo paese. Ad Ahmedabad, si trova la Villa Sarabhai e la Villa Shodhan, un'interessante fusione tra l'architettura modernista e le tradizioni locali.

Ancora in India, ma non potevamo non citare Chandigarh, una città interamente progettata da Le Corbusier. Un'utopia in cemento a vista, con edifici monumentali come il Palazzo dell'Assemblea e il Segretariato. È un'esperienza surreale passeggiare per una città che sembra uscita da un film di fantascienza anni '60.

Ahmedabad, Villa Sarabhai / foto Shutterstock

8. Roquebrune-Cap-Martin, Francia: il cabanon e l'ultimo rifugio

Per finire il nostro tour, torniamo in Francia, in un luogo che parla di intimità e semplicità. A Roquebrune-Cap-Martin, c'è il Cabanon. Una minuscola capanna di legno in riva al mare, di soli 3.66 per 3.66 metri. È il luogo dove l'architetto passò gli ultimi anni della sua vita. Non ci sono linee rette o pareti di cemento, solo il mare, il vento e un'eleganza assoluta. È l'ultimo capitolo del suo viaggio, un addio al mondo in punta di piedi.

Roquebrune-Cap-Martin, le Cabanon / foto Wikimedia Commons