Le tradizioni sono il fondamento di una comunità. E in Val d’Aosta c’è una tradizione che dura oltre un millennio: la Fiera di Sant’Orso. Che anche quest’anno si terrà nel centro del capoluogo giovedì 30 e venerdì 31 gennaio, come avviene ormai addirittura da 1.020 edizioni.
La tradizione racconta che inizialmente la Fiera si tenesse attorno alla Collegiata omonima di Sant’Orso, dove il Santo era solito distribuire ai più poveri indumenti e sabot, le calzature in legno tipiche della zona. Oggi è un evento più profano, ma ancora profondamente radicato nel cuore dei valdostani. Oltre mille tra artigiani e aziende locali si ritrovano lungo le vie del centro storico per esporre nelle loro bancarelle prodotti in legno, ma anche pietra, tessuto, cuoio, ferro e rame finemente lavorati e trasformati in arredi, sculture, souvenir e capi d’abbigliamento: tutti frutto del sapere artigiano che si tramanda di generazione in generazione. Da qualche anno la Fiera non si limita solo ai due giorni di Sant’Orso: l’Atelier des Métiers in piazza Chanoux e il Padiglione enogastronomico in piazza Plouves rimarranno aperti più a lungo per ospitare professionisti dell’artigianato locale e aziende agricole della regione.
Ma la Fiera di Sant’Orso non è solo un momento per fare acquisti, è anche una importante occasione di socialità: nella notte tra il 30 e il 31 durano fino all’alba si tiene la Veillà (la veglia, in dialetto), un’usanza che rievoca le lunghe notti trascorse dalle famiglie nelle stalle tra giochi, scherzi e bevute.