Il titolo della Biennale Arte di quest’anno è esplicito: Stranieri ovunque. E Venezia è la città che più incarna questo concetto: città di mercanti, di scambi commerciali, culturali, sociali, umani è più che mai connessa con il progetto artistico dell’evento. E gli artisti coinvolti sono anch’essi spesso viaggiatori, fuggiaschi, esuli, espatriati e, nelle loro opere, raccontano attraverso dipinti, sculture, foto, installazioni, video e performance di stranieri ovunque.
Il tempo stringe, la Biennale curata dal brasiliano Adriano Pedrosa chiude i battenti il 24 novembre e vale la pena organizzare una visita. Per non farsi travolgere ecco una mini guida con artisti/padiglioni e opere che meritano di essere scoperti.
L’Arsenale
Il grande padiglione centrale esplora il tema Stranieri ovunque con opere di artisti provenienti da tutto il mondo. Un viaggio tra installazioni, dipinti e tanti video.
Particolarmente interessante il lavoro dell’artista franco-marocchina Bouchra Khalili che propone una serie di 8 video per il progetto The Mapping Journey in cui rifugiati e cittadini apolidi raccontano il loro viaggio dal Paese d’origine all’Europa disegnandolo su una mappa. Da quelle mappe Khalili ha poi prodotto delle serigrafie che compongono la Constellation Series, dove i viaggi narrati diventano costellazioni in cui gli spettatori sono invitati a immergersi.
Molto interessante anche la sala che propone accostamenti imprevisti tra opere di artisti internazionali con origini italiane. I supporti per le opere sono stati realizzati su un progetto dell’architetta italiana Lina Bo Bardi che visse la maggior parte della sua vita in Brasile.
Tra i padiglioni nazionali presenti all’Arsenale molto interessanti quello dell'Ucraina con i racconti della guerra e quello degli Emirati Arabi Uniti, con l’intenso lavoro di Abdullah Al Saadi, viaggiatore, cronista, poeta, cartografo e narratore, in grado di raccontare il territorio in curiosi disegni in parte contenuti in scatole della memoria.
Si intitola Shifting Sands: A Battle Song l’installazione dell’artista Manal AlDowayan che si ispira all’evoluzione del ruolo delle donne nella sfera pubblica dell’Arabia Saudita.
Da non perdere anche il Padiglione Italia che, con la curatela di Luca Cerizza, è interamente affidato alle grandi installazioni di Massimo Bartolini. Attraversando tre spazi modellati su diverse esperienze acustiche e luoghi di incontro, suggerisce una diversa relazione con il suono, invita a stare in ascolto, quasi in una forma meditativa condivisa.
I Giardini della Biennale
Inaugurati per decreto napoleonico nel 1810, i Giardini della Biennale ospitano la kermesse artistica dal 1894. I padiglioni nazionali sono stati realizzati a partire dagli anni ’10 del Novecento spesso anche grazie all’intervento di architetti di grande valore internazionale. Per questa edizione della Biennale, oltre al Padiglione Centrale che propone un’ampia (forse troppo) selezione di opere di artisti di tutto il mondo, tra quelli che meritano una visita segnaliamo:
Australia: padiglione vincitore del Leone d’Oro per questa edizione, propone la grande installazione “Kith and kin” di Archie Moore che ripercorre, in un immenso murale, le sue parentele aborigene fino a 65mila anni fa. Probabilmente troverete un po’ di coda, ma ne vale la pena.
Stati Uniti: l’artista di origini Cherokee Jeffrey Gibson occupa interamente gli spazi del padiglione con sculture multimediali, dipinti, murales a un’installazione video finale che mette il buonumore e che fa venire voglia di ballare.
Polonia: un padiglione importante che presenta un lavoro di Open Group, un collettivo artistico propone un ritratto collettivo della guerra in corso in Ucraina. Nei due video di Ripetete dopo di me, civili e rifugiati parlano del conflitto attraverso i suoni della guerra che hanno imparato a riconoscere e invitato il pubblico a ripeterli come se fosse un karaoke.
Francia: Julien Creuzet omaggia la sua eredità caraibica con una serie di reti e trame colorate appese ai soffitti mentre sugli schermi circostanti vanno non stop video di simulazioni sottomarine dal gusto futuristico e con colori iper brillanti.
Egitto: protagonista assoluto l’artista Wael Shawky che propone un film che narra un episodio della storia dell’Egitto, la rivoluzione nazionalista degli Orabi contro l’impero inglese del 1882. Tutto intorno sculture, indizi, installazioni che immergono in una storia di dramma arabo molto contemporaneo.
Corea: si intitola Odorama Cities il percorso olfattivo dell’artista Koo Jeong A. Concepita per evocare ricordi intimi, personali, familiari, l’installazione trasporta in Corea con pochi, intensi elementi.
INFORMAZIONI
Biennale d'Arte 2024
- Fino al 24 novembre. Orario autunnale: 10 - 18 (ultimo ingresso 17.45)
- Sito web: www.labiennale.org
- Come arrivare: da Piazzale Roma / Ferrovia per Arsenale: linee Actv 1, 4.1; per Giardini: linee Actv 1, 2, 4.1, 5.1 (linea 6 solo da Piazzale Roma).
Dormire e mangiare
A pochi passi dai Giardini della Biennale, nel sestiere di Sant’Elena, si trova un’oasi di quiete e relax perfetta per il dopo visita: l’Hotel Indigo Venice Sant'Elena, che occupa gli spazi di un ex convento e, oltre a tranquille ed eleganti camere, mette a disposizione degli ospiti un bellissimo giardino nel chiostro della struttura. L'Hotel Indigo è convenzionato con il Touring e propone agli iscritti uno sconto sul pernottamento. Ma non finisce qui. In occasione della Biennale 2024 propone un interessante pacchetto che include il Kit Biennale con shopper e borraccia, lo sconto del 20% per l’acquisto dei biglietti d’ingresso, colazione e aperitivo, mappa della città e tutti i confort necessari per riposarsi dopo un’intensa giornata di visite. L’hotel Indigo dispone anche del Savor Restaurant & Bar dove assaggiare piatti della tradizione rivisitati in chiave contemporanea. Il posto perfetto per ricaricarsi prima di scoprire un altro pezzo della città o i Padiglioni della Biennale 2024.