
La crescita delle immatricolazioni di camper negli scorsi anni era stata letta dagli analisti come un “rimbalzo tecnico” legato alle conseguenze della pandemia. Ma i dati 2024, con un aumento di quasi il 20 per cento dei mezzi ricreazionali targati nella Penisola, consentono di affermare che gli italiani hanno un approccio sempre più positivo verso questo strumento per il tempo libero. Non si parla solo di vacanza in camper, ma di un nuovo stile di vita, sia per i viaggi lunghi sia per i weekend e i “ponti”.

Si tratta soprattutto, come dimostra la straordinaria crescita dei più agili derivati da minivan e furgoni, di un modo diverso di intendere il viaggiare, con il camper che diventa spesso un’alternativa altrettanto confortevole ma molto più spaziosa all’auto di famiglia.
Una tendenza che non è solo italiana, visto che in tutta Europa si è registrato un incremento delle immatricolazioni di nuovi camper del 9,5% nel 2024. Trend che ha anche una motivazione economica: a fronte di un incremento molto forte dei listini delle auto, fino al 35-40 per centro nel triennio post pandemia secondo un recente studio francese C-Ways, il prezzo dei camper è aumentato decisamente meno e oggi il costo di un camper compatto risulta spesso inferiore a quello dei modelli di Suv e station wagon più diffuse. Ma offre ben di più, a partire dalla facilità nel portare al seguito attrezzature sportive quali biciclette, surf e canoe.

L’aspetto interessante, poi, per l’economia della Penisola, è che il nostro Paese è il terzo produttore europeo di camper (dopo Germania e Francia) con un fatturato annuo superiore a un miliardo di euro. Gli addetti diretti e indiretti del comparto industriale sono oltre 8mila unità, a cui si aggiungono le reti di vendita e assistenza ai mezzi. E dall’APC, Associazione Produttori Caravan e Camper, arriva anche un’altra indicazione positiva: oltre l’80% della produzione italiana è destinato all’export. Ancora una volta il made in Italy piace non solo per il suo design, ma anche per l’alto standard qualitativo. Chi viaggia “lontano” non si stupisce più di incontrare camper di marchi italiani anche sulle strade del Giappone e della Nuova Zelanda.

Buone notizie anche dal punto di vista del ritorno economico legato al turismo en plein air e al contrasto al sovraffollamento turistico. Secondo i dati di FAITA Federcamping il numero dei pernottamenti nel 2024 ha superato quota 53 milioni, con un incremento dell’1,8% rispetto al 2023. Nel settore ricettivo, il segmento degli alberghi e similari ha rappresentato 677,4 milioni di notti (+1,1% rispetto al 3° trimestre 2023), pari al 54,5% del totale dei pernottamenti negli esercizi ricettivi turistici.
Il segmento delle strutture ricettive per le vacanze e altri soggiorni di breve durata ha registrato un aumento del 2,0% a 308,3 milioni di notti, pari al 24,8% del settore.
Il restante 20,7% dei pernottamenti è stato trascorso nei campeggi. E si stima in circa 25 milioni il numero dei turisti italiani ed europei che ogni anno viaggiano in camper e caravan; i camperisti scelgono solitamente destinazioni cosiddette “minori”, piccoli borghi, parchi, riserve naturali, territori non ancora interessati dal turismo di massa.
