Come si legge sul sito della Commissione, "la candidatura rappresenta un esempio eccezionale di interazione umana con un ambiente ostile costantemente minacciato da forze naturali. Un sito in cui l’ingegnosità umana sfida un territorio che per secoli, e ancora oggi, è caratterizzato da fenomeni erosivi che ne hanno delineato l’iconicità e influenzato gli aspetti sociali, culturali, urbani e architettonici. L’eccezionale resilienza della comunità, che cerca di mitigare fenomeni irreversibili ininterrotti da secoli, contribuisce in modo sostanziale a rendere Civita di Bagnoregio un paesaggio culturale di straordinaria rilevanza".
A Civita di Bagnoregio - soprannominata spesso "la città che muore" - vivono ormai poco più di 10 abitanti stabili. E dal 2013 l'ingresso è a pagamento, anche per contribuire alla salvaguardia del fragile paesaggio. Riuscirà il borgo a convincere gli esperti Unesco? E, in caso positivo, a trovare nella nomina nuova linfa per tutelare il "paesaggio culturale"? Lo scopriremo nel 2022, quando la candidatura verrà analizzata.
Nel frattempo, l'Unesco ha deciso che l'assemblea annuale rimandata l'anno scorso causa pandemia si terrà a Fuzhou, in Cina, tra giugno e luglio 2021. In quest'assemblea dovrebbero essere discusse le tre candidature dell'Italia inizialmente programmate sia per il 2020 sia per il 2021:
- “Padova Urbs Picta-Giotto, La Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento”, candidatura prevista per il 2020
- "Great Spas of Europe" (per l'Italia, Montecatini Terme), candidatura prevista per il 2020
- "I Portici di Bologna", candidatura prevista per il 2021
Per approfondimenti, i nostri articoli dedicati al processo di candidatura Unesco e ai siti candidati nel 2019/2020 e alla candidatura dei Portici di Bologna.