È stato presentato come il killer degli autovelox, la macchinetta diabolica che consente a chi ha il piede pesante di correre senza incappare in verbali. E bisogna dire che il nome di Mini Coyote (distribuito da Magneti Marelli), evidentemente frutto di un suggerimento di marketing, a questo genere di lettura si presta.
In realtà si tratta di un dispositivo Gps da porre sul cruscotto dell’auto, che si incarica di fare due-tre cose utili. La prima, basilare, è di avvertire della prossimità di autovelox fissi e semafori-radar, richiamando all’ordine con potenti fischi e led lampeggianti i guidatori indisciplinati (o semplicemente distratti). Un servizio di promemoria che, in generale, un buon navigatore satellitare di pari prezzo svolge meglio e con maggiore precisione. Ma c’è anche chi, all’idea di impostarvi ogni volta la destinazione, si fa prendere da convulsioni anti-tecnologia. Mentre per attivare il Coyote basta premere il pulsante di accensione. E basta!
Un secondo servizio, che però dopo i primi mesi di gratuità (come gli aggiornamenti) richiede un abbonamento da una decina di euro/mese, è la segnalazione dei posti di controllo mobili: il primo “coyotista” che vi incappa lo segnala premendo un pulsante sull’apparecchio e gli altri utenti ricevono la notizia in tempo reale. Una versione tecnologica del colpo di fari all’incrocio, tanto per capirci.
La funzione più utile, e sicuramente unica, è quella che scatta nei tratti autostradali dotati di Tutor. In questo caso il Coyote vigila a 360 gradi, calcolando automaticamente la velocità media sezione per sezione e provvedendo ad avvertire (sempre con acuti fischi) il guidatore se un ritmo troppo disinvolto l’ha portato a sfondare il tetto di velocità consentito. Un must per i grandi divoratori di chilometri sulle autostrade del Cento-nord, dove il sistema Tutor di controllo delle velocità medie sta veramente dilagando. Peraltro con benefici risultati in termini di sicurezza stradale.
Da ultimo, una nota su prezzo e affidabilità: per i medesimi 199 euro di listino del Coyote si acquista infatti un navigatore satellitare di marca completo di cartografia per tutta Europa.
E, dato il costo, l’hardware non si può dire straordinario: nelle strade strette delle città il Gps prende male; se si parte da un centro storico il Coyote fa fatica ad “agganciare” i satelliti e anche in autostrada non sempre ha nozione della posizione Gps, tant’è che ogni tanto “brucia” le sezioni del Tutor (da Milano a Parma, una in meno all’andata e altrettanto al ritorno). C’è spazio per migliorare.