Il 27 settembre si celebra la giornata mondiale del turismo e quale occasione migliore per pensare a uno o più finesettimana alla scoperta dei siti Patrimonio dell'Umanità Unesco? Musement, la piattaforma digitale dove prenotare attività, escursioni e biglietti per attrazioni, propone la sua top ten che, effettivamente, fa venire voglia di partire subito. Si comincia da nord con la Reggia di Venaria Reale, in provincia di Torino, dove respirare storia, arte e cultura nonché approfittare dei meravigliosi giardini. Dal Piemonte alla Lombardia, vale la pena andare alla scoperta delle mura medievali di Bergamo: 6 chilometri dai quali godere di memorabili tramonti. Chi preferisce il mare, in cerca di tepore, può optare per la Liguria dove, nel Golfo di Venere, si trova uno dei siti Unesco forse meno noti, l'Isola di Tino che ospita un'area archeologica di epoca romana da scoprire a piedi. Meta diversa, ma non meno affascinante Verona, una bella alternativa all'affollata Venezia. Si prosegue poi verso sud. Qui Musement suggerisce classici intramontabili. A partire da Assisi che tra chiese, gastronomia e natura ammalia e conquista ogni viaggiatore. E che dire di Matera? Gli ultimi scampoli da Capitale europea della cultura garantiscono eventi e appuntamenti, ma basta lo scenario spettacolare a fare la differenza. Spostandosi di poco, verso la Campania, si rimane travolti dalla bellezza e dall'opulenza di un luogo Unesco che merita una visita, anche in autunno: la Reggia di Caserta con la sua architettura neoclassica e i sontuosi giardini dove perdersi immersi in una natura che d'autunno prende mille sfumature di colore. Poco lontano si trova Capodimonte dove sono nate le celebri porcellane; qui vale la pena fare una visita al museo dove il classico incontra il contemporaneo. E che dire di Pompei? L'esperienza della visita fa fare un salto indietro nel tempo di duemila anni. Ultima, ma solo perché più a sud di tutte, la siciliana Noto, capitale del barocco dove l'opulenza decorativa va di pari passo con quella gastronomica. Perché anche il palato vuole la sua parte.