Dal 15 al 17 giugno torna a Forlì L’Anticonformista, il Festival dedicato a Caterina Sforza. Un buon segnale che indica, ancora una volta, la voglia della città romagnola di ricominciare dopo la durissima alluvione che l’ha colpita poche settimane fa. Ma perché scegliere Caterina Sforza? È presto detto: la nobildonna vissuta tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento si spese moltissimo per il territorio dimostrando una visione illuminata per l’epoca. E Forlì la prende come esempio per questa tre giorni di incontri, musica e spettacoli che ruotano intorno alla parola “generare”. Caterina ebbe tre mariti e otto figli, ma fu anche una brillante politica in grado di ridurre i dazi per i sudditi, capace anche di gestire le armi e rinsaldare alleanze strategiche. La seconda parola chiave considerata nel festival è “amministrare” e vuole essere uno stimolo per ragionare su come, oggi, le donne organizzino lo spazio pubblico. Il terzo termine ispirato da Caterina è “rispettare” perché la nobildonna curò l’orto botanico, l’arte dell’erboristeria, la medicina e istituì un lazzaretto durante la peste, attività che possono ispirare il nostro contemporaneo facendoci capire cosa significa avere cura del mondo e della natura. Fulcro della manifestazione l’Arena di Forlì dove si svolgeranno spettacoli (il 15 l’attrice, regista e conduttrice Michela Andreozzi metterà in scena un nuovo spettacolo), ma anche incontri aperti di confronto con scrittrice e giornaliste (il 16 giugno Gemma Calabresi parlerà con Barbara Schiavulli, corrispondente di guerra, e Giusy Versace, atleta paralimpica. L’ultima serata sarà all’insegna della narrazione con tre ospiti: l’attore Cesare Bocci, il poeta e narratore Daniele Mencarelli e l’attrice e autrice Antonella Questa. Forlì ha voglia di ripartire e Caterina indica la strada. Info: www.festivalcaterinaforli.it