Chi si ricorda com'era da adolescente lo sa: quando a quell'età ci si mette in testa una cosa è difficile cambiare idea. Per fortuna però ci sono adolescenti che in testa hanno il chiodo fisso di cambiare le cose e preoccuparsi per la salute del pianeta.
Greta Thunberg, 16 anni, svedese, è una delle giovani più impegnate e cocciute del mondo ed è grazie a lei che i suoi coetanei hanno ritrovato una giusta causa per la quale scendere in piazza. All'inizio si è messa in sciopero dalla scuola da sola. Persino nella sua nordica Svezia il caldo stava diventando un problema e nessuno sembrava interessarsene più di tanto. Il cambiamento climatico era sotto gli occhi di tutti, ma tutti facevano finta di non vedere.
Dopo qualche settimana Greta si è trovata in compagnia di altre migliaia di studenti in quelli che, dallo scorso anno, si chiamano i Fridays for Future, i venerdì per il futuro, veri e propri scioperi della scuola durante i quali i ragazzi invece di andare in classe scendono in piazza a urlare: “Fate qualcosa, ora!”.
Ora Greta è candidata al premio Nobel per la pace, ma le manifestazioni non si fermano qui. Anzi, si allargano a macchia d'olio in una colorata, pacifica, preoccupata e arrabbiata onda umana di giovani non più disposti ad accontentarsi di promesse mai mantenute.
“Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente un giorno mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi”. Greta è diretta e precisa e i ragazzi di tutto il mondo la seguono e scendono in piazza.
E quindi, venerdì 15 marzo i giovani di circa 150 Paesi lasceranno le loro aule per farsi sentire. In Italia sono più di 100 i cortei previsti e in molti casi anche i professori sfileranno con gli allievi. D'altronde il cambiamento climatico è un argomento che appartiene a tutti e, con buona pace dei negazionisti, gli adolescenti hanno la testa dura e tanta vita davanti per far sentire le loro ragioni. Che poi sono quelle di tutti.
Come Touring Club Italiano non possiamo che sentirci coinvolti nella difesa del nostro pianeta. Come abbiamo affermato in questo manifesto, sottoscritto proprio oggi insieme ad altre associazioni, siamo decisi a diffondere una cultura del rispetto e della "cura" per ogni bene comune. Clima compreso.