In Inghilterra la chiamavano, e forse la chiamano ancora, royal disease perché ne era affetta, da portatrice sana, la regina Vittoria, e la trasmise ai suoi molti figli: per via del fatto che i membri delle grandi case regnanti dell’epoca si sposavano tutti fra di loro, una nipote della regina Vittoria, Alexandra, andò in sposa allo zar di Russia, Nicola II, e la passò alla dinastia dei Romanov. Il loro figlio, il piccolo zarevic Alexei ne era affetto e non si trovavano le cure per poterlo guarire. Lo affidarono per questo alle cure del monaco siberiano Rasputin, che si diceva potesse guarirlo con la sola forza della sua preghiera. Le cose andarono diversamente, purtroppo, per il discusso consigliere spirituale dello zar, avvelenato nel 1916, e per l’intera famiglia imperiale sterminata nel 1918 dai bolscevichi.

Giro d'Italia 2020, 8a tappa - foto LaPresse

Alex Dowsett al traguardo della tappa 8 - foto LaPresse
Non era un giorno qualunque, quello di ieri. La carovana si era risvegliata con la notizia della “positività” al Covid 19 di Simon Yates e un’atmosfera di cupa inquietudine ha iniziato a serpeggiare un po’ ovunque. Per uno sensibile come Dowsett un motivo in più per dare un significato non soltanto sportivo alla sua impresa. All’arrivo Alex era visibilmente commosso al punto da faticare a rispondere alle domande degli intervistatori. Era un miscuglio di emozioni. Poco prima della partenza del Giro aveva confessato in un twit tutte le sue incertezze su un prossimo futuro che lo vedrà diventare padre a gennaio. Si era chiesto quale mondo avrebbe accolto la nascita di suo figlio e come, da genitore, avrebbe affrontato questa nuova sfida, quella più importante. E aveva fatto riferimento agli scenari di grande precarietà che da qualche tempo fanno delle nostre vite un grande punto interrogativo a tutti i livelli: la salute, il lavoro, le difficoltà che inaspriscono le differenze tra gli individui, le stanche assuefazioni e le speranze deluse. Si era chiesto se quella fosse, anche per lui, giovane uomo di sport, la strada giusta da seguire, per sé, per la sua famiglia e per suo figlio.

Giro d'Italia 2020, 8a tappa - foto LaPresse

Giro d'Italia 2020, 8a tappa - foto LaPresse
La strada giusta, per il momento, è stata quella di tagliare per primo il traguardo di Vieste e dare la possibilità a molti di raccontare la sua storia, non banale, di uno che ha la faccia da british pop singer e che nel suo piccolo ha saputo lasciare un segno di sé e della bravura: vittorie in bici e nella vita, grazie anche alla onlus che ha fondato, la Little Bleeders, che si occupa proprio di insegnare e avviare allo sport i ragazzi che come lui sono affetti da emofilia, rassicurandoli sul tipo di pratiche che possono affrontare, fornendo loro le informazioni mediche e scientifiche necessarie, oltre che un supporto psicologico alle loro famiglie, e mettendoli in contatto con il mondo delle associazioni sportive che possono accoglierli.

Il faraglione di Pizzomunno - foto Getty Images

Vieste - foto Getty Images
Il "Giro del Touring" è realizzato in collaborazione con Hertz, partner storico dell'associazione, che ha messo a disposizione di Gino Cervi una vettura per seguire le tappe della Corsa Rosa. In occasione del Giro d'Italia, per tutto il mese di ottobre il volume Touring "Il Giro dei Giri" è scontato del 40% per i soci Touring.






