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Enormi distese di sabbia sferzate dal vento, il mare del Nord che va e viene a seconda delle maree, cittadine apparentemente in letargo durante l'inverno che si rianimano da dopo Pasqua e per tutta l'estate. I circa 70 chilometri di costa del Belgio, incastrati tra Olanda e Francia, sono una meta molto locale che però punta a farsi scoprire anche dal resto del mondo. Lo fa con numerose iniziative culturali e artistiche tra le quali la sesta edizione della triennale Beaufort, chiamata come il vento che qui soffia spesso e volentieri.
Ciascuno dei 18 artisti chiamati a progettare opere installate tra la costa e l'immediato entroterra proviene da Paesi che si affacciano sul mare perché è con il mare che i loro lavori devono dialogare. La triennale curata da Heidi Ballet non è nata con un tema specifico, ma due i filoni di ricerca emersi, il ruolo contemporaneo dei monumenti e il cambiamento climatico che si manifesta a maggior ragione lungo le coste.
Mappa alla mano scaricabile dal sito beaufort2018.be si scopre il Monumento al mollusco di Stief Desmet sul molo di Ostenda, simbolo della potenza del mare e dei suoi segreti. Poco lontano, a Middelkerke, l'opera Holy Land di Kader Attia composta da una serie di specchi fronte mare a forma di lapide, è un omaggio ai soldati morti durante le guerre su queste coste ma anche ai migranti che attraversano il mare in cerca di una vita migliore; la danese Nina Beier piazza proprio in mare, di fronte a Nieuwpoort, la sua monumentale scultura Men, un gruppo di uomini a cavallo che emergono a seconda delle maree. Toccante anche la performance pensata da Edith Dekyndt The Ninth Wave, durante la quale una donna pulisce la statua equestre dedicata a re Alberto I sempre a Nieuwpoort. Sembra essere un simbolo di tutta la costa l'installazione Beach Castle di Jean-Francois Fourtou a Knokke-Heist che impila una serie di cabine da mare come se fossero state sconvolte da una tempesta.
Il viaggio artistico procede tra opere eredità delle edizioni passate della triennale (da non perdere Le vent souffle où il veut di Daniel Buren a Nieuwpoort e Rock Strangers di Arne Quinze a Ostenda) e quelle di oggi in un esperimento colorato e inaspettato che, con l'aggiunta di ombrelloni e bagnanti in estate, diventa ancora più originale e talvolta persino onirico. Il mare del Nord non è il Mediterraneo, ma questi suoi 70 chilometri sono una sorpresa che fa bene agli occhi e alla mente.
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