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C’è stato un tempo in cui a nominare gli ostelli si pensava subito a soluzioni di emergenza, per viaggiatori zaino in spalla squattrinati. Esperienze di vita da fare ma poi dimenticare una volta superati i 30 anni. Qualcosa però è cambiato negli ultimi anni. I primi a subire un restyling all’insegna del comfort i campeggi che si sono spesso trasformati in glamping, composto da glamour e camping. Ora è la volta degli ostelli che stanno cambiando forma aprendosi a un pubblico che cerca bellezza, charme e un pizzico di lusso. Qualche esempio? Il Bunk di Amsterdam che occupa gli spazi di un’antica chiesa e include, oltre alle camerate e alle stanze private, anche una sala registrazione; e poi il Woodah di Copenhagen in stile minimal nordico. E poi ancora The Hat a Madrid che ospita concerti ed eventi sulla terrazza, il Grand Ferdinand a Vienna che ricorda un po’ l’Orient Express, The Passenger a Porto che si trova nella stazione ferroviaria di S. Bento, il Dream Hostel a Praga molto attrezzato per i nomadi digitali, il Casa Gracia a Barcellona che propone camerate, stanze private e perfino appartamenti nel cuore della città. Da non perdere anche The Central House a Marrakesh, riad con piscina e terrazza panoramica che fa venire voglia di stare a rilassarsi tutto il tempo. Una bella rivoluzione che merita di essere sperimentata.
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