Per quanto il catalogo di 660 pagine sia interamente scritto in inglese - con traduzioni degli interventi dei critici in italiano in forma di note e a fine libro - e per quanto il titolo stesso sia prevalentemente in lingua straniera, la mostra alla Fondazione Prada che ha aperto a Milano lo scorso 18 febbraio (fino al 25 giugno) tratta il sistema dell’arte e della cultura in Italia tra le due guerre mondiali.
A cura di Germano Celant, il progetto espositivo dal titolo “Post Zang Tumb Tuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943” è un percorso nell’arte italiana del Novecento tra le due guerre, in epoca fascista, che abbraccia tutta l’area aperta al pubblico (12.300 mq) dei quasi 19mila metri quadrati che costituiscono la Fondazione Prada, costituita dal 2015 negli spazi di architettura industriale che erano dell’ex distilleria Società Italiana Spiriti del 1910.
“Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943” - Foto Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti/Fondazione Prada
Tra la galleria Sud, il Deposito, la Galleria Nord e il Podium si cammina tra oltre 600 opere tra dipinti, sculture, disegni, ma scoprendo anche una selezione di 800 documenti dell’epoca fra manifesti, fotografie, arredi e modelli architettonici realizzati da più di un centinaio di autori, in un viaggio che attraversa non solo il mondo dell’arte italiana durante il fascismo, ma anche il contesto storico e politico di quegli anni.
“Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943” - Foto Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti/Fondazione Prada
Il progetto di allestimento appartiene allo studio 2x4 di New York, che ha lavorato in stretta connessione con il curatore per esprimere la sua forte idea di base per quest’esposizione. Il punto di partenza di Celant, infatti, è il libro “Le partage du sensible. Esthétique et polituque” di Jacques Rancière (2000) in cui si prende atto della stretta connessione dell’arte con il clima sociale del momento. Tra cambi di pavimentazione in prossimità di alcune opere esposte che suggeriscono l’entrata in un’altra dimensione, ricostruzioni di esposizioni avvenute tra le due guerre e fotografie, documenti, disegni, manifesti e arredi, oltre ad ammirare le opere in mostra si percepisce il cima dell’epoca: la cultura era usata dal fascismo come uno strumento flessibile, adattabile e moderno.
“Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943” - Foto Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti/Fondazione Prada
Un mezzo funzionale per “rifare” gli italiani, plasmando la loro esperienza del mondo. Ecco quindi che quadri, fra gli altri, di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Fortunato Depero o Mario Sironi, come sculture di Adolfo Wildt o Arturo Martini, o progetti di Piero Portaluppi, sono esposti tra fotografie di esposizioni d’epoca e focus tematici dedicati a figure di intellettuali, scrittori e pensatori del periodo (come Margherita Sarfatti, Alberto Moravia, Carlo Levi, Antonio Gramsci e altri). Per un approfondimento convincente e di alto valore culturale, che invita il visitatore a riflettere sulla relazione stretta tra il mondo dell’arte e la storia.
“Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943” - Foto Marta Calcagno Baldini
INFORMAZIONI
“Post Zang Tumb Tuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943”​
- Fondazione Prada, largo Isacco 2, Milano. Fino al 25 giugno
- Orari: lunedì-giovedì, ore 10-19. Venerdì-domenica, ore 10-20. Chiuso il martedì.
- Biglietti: intero, 10 euro. Ridotto, 8 euro. Visitatori sotto i 18 e sopra i 65: ingresso gratuito.
- Tel. 02-56662612, www.fondazioneprada.org.