Un nuovo riconoscimento per il patrimonio culturale italiano. Durante l'ultima sessione del Comitato Unesco, tenutasi a Parigi, un nuovo sito si è aggiunto alla prestigiosa lista dei Patrimoni dell'Umanità (World Heritage Sites) proclamati dall'Unesco per la loro unicità e straordinarietà. E questa volta protagonista è la Sardegna, regione che finora poteva vantare solo un sito tra i 60 italiani, quello del complesso nuragico di Su Nuraxi a Barumini.

Il sito candidato per l'Italia per il 2025 dall'Ufficio Unesco del Ministero della Cultura (ogni paese può presentare al massimo un sito per la lista "culturale" e un sito per quella "naturale") era infatti costituito dalle "Tradizioni funerarie nella Preistoria della Sardegna: le domus de janas” . Chiamate anche case delle fate, sono tombe scavate nella roccia che testimoniano le pratiche funerarie, le credenze religiose e l’evoluzione sociale delle comunità neolitiche sarde (V millennio a.C.). La loro unicità è evidente: rappresentano infatti la più estesa manifestazione di architettura funeraria ipogea del Mediterraneo occidentale.

Sennori - Domus de janas di Orto del Beneficio Parrocchiale - foto di Nicola Castangia
Sennori - Domus de janas di Orto del Beneficio Parrocchiale - foto di Nicola Castangia

Il sito è seriale, ovvero formato da vari siti sparsi per l'isola (in totale sono 27, in particolare nella parte centro-settentrionale). Le case delle fate sono spesso raggruppate in necropoli verosimilmente associate a insediamenti e villaggi oltre che a luoghi di culto. Studi recenti hanno dimostrato il loro utilizzo e la continua escavazione durante i periodi successivi, fino all’alba della civiltà nuragica, includendo il riutilizzo o la ristrutturazione di tombe preesistenti.

Anela - Necropoli di Sos Furrighesos - foto di Valentino Selis
Anela - Necropoli di Sos Furrighesos - foto di Valentino Selis
Bonorva - Necropoli di Sant’Andrea Priu - foto di Nicola Castangia
Bonorva - Necropoli di Sant’Andrea Priu - foto di Nicola Castangia

La candidatura, promossa dall’Associazione CeSIM Sardegna e dalla Rete dei Comuni delle domus de janas, con il Comune di Alghero come capofila, si basa sul criterio III della Convenzione del 1972 e fa riferimento alla testimonianza unica ed eccezionale di una tradizione culturale scomparsa, legata al culto dei morti e alle credenze sull’aldilà sviluppate dalle comunità preistoriche dell’isola tra il V e il III millennio a.C. Attraverso la varietà architettonica, la complessità decorativa e l’evoluzione planimetrica vengono documentati da queste tombe ipogee — come nessun altro sito nel Mediterraneo — l’organizzazione sociale, i rituali e la concezione spirituale delle più antiche comunità insediate sull’isola, mostrando al tempo stesso continuità e trasformazioni culturali fino all’inizio dell’Età del Bronzo.

L'Italia rimane in testa nella classifica dei Paesi con il maggior numero di siti Unesco, ora 61. Seguono la Cina (60), la Germania (55), la Francia (54), la Spagna (50).

Bonorva - Necropolis di Sa Pala Larga - foto di Sergio Melis
Bonorva - Necropolis di Sa Pala Larga - foto di Sergio Melis
Bonorva - Necropolis di Sa Pala Larga - foto di Nicola Castangia
Bonorva - Necropolis di Sa Pala Larga - foto di Nicola Castangia

DOVE SI TROVANO LE DOMUS DE JANAS PATRIMONIO UNESCO

Ecco tutte le 27 Domus de Janas diventate Patrimonio Unesco. Cliccando sui link, si apre la posizione su Google Maps: un'idea per una visita culturale, se siete in vacanza sull'isola. Alcune sono inserite in parchi archeologici, altre disperse tra le montagne e le foreste della Sardegna.

PROVINCIA DI SASSARI

Villanova Monteleone - Necropoli di Puttu Codinu - foto di Nicola Castangia
Villanova Monteleone - Necropoli di Puttu Codinu - foto di Nicola Castangia
Bonorva - Necropoli di Sant’Andrea Priu - foto di Sergio Melis
Bonorva - Necropoli di Sant’Andrea Priu - foto di Sergio Melis

PROVINCIA DI ORISTANO

Oniferi - Necropoli di Brodu - foto di Valentino Selis
Oniferi - Necropoli di Brodu - foto di Valentino Selis

PROVINCIA DI NUORO

PROVINCIA DEL SUD SARDEGNA

Necropoli di Montessu - foto Shutterstock
Necropoli di Montessu - foto Shutterstock

Informazioni

  • Sito web Unesco
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