Per produrre un vino buono serve un buon terreno, sorprendentemente alle volte quel terreno si trova in mezzo alla città. Al punto che esiste addirittura un’associazione, l’Urban Vineyards Association, che riunisce 11 città del vino, e che per l’Italia comprendono anche la Vigna della Regina all’interno di Villa della Regina a Torino (nella foto), i vigneti della laguna di Venezia, la vigna di Castel di Pugna "Senarum Vinea” di Siena, la vigna di Leonardo nella casa degli Atellani di Milano e la vigna del Gallo nell’orto botanico dell’Università di Palermo. Le ultime vigne entrate a far parte del gruppo sono la Rooftop Reds, situata dove davvero non ti aspetteresti, ovvero in cima a un edificio di Brooklyn nel cuore di New York, e la Etna Urban Winery, impiantata nel 2018 alle pendici dell’Etna, all’ingresso di Catania, da sette cugine che decisero di riportare in vita l’azienda vitivinicola di famiglia. Due progetti vitivinicoli distanti migliaia di chilometri ma accomunati dal medesimo spirito pionieristico che lega tutti i soci: portare o reinnestare la vita in un contesto urbano là dove l’evoluzione dell’uomo l’ha cancellata durante i secoli o dove mai nessuno avrebbe pensato potesse nascere. La produzione della vigna newyorkese è minima, meno di 250 bottiglie l’anno, mentre quella di Catania ha una storia antica essendo stata produttiva per tre secoli, fino al 1960, ed è stata ripresa nel 2018. Info: urbanvineyards.org