In Portogallo il pesce non manca. Affacciato sull’Atlantico il paese lusingano ha chilometri di coste e porti da pesca, eppure basa la sua dieta sull’unico pesce che non si pesca nelle sue acque, il merluzzo. Eppure in ogni tavola portoghese il Bacalhau, il baccalà non manca mai. Anzi, è una presenza così quotidiana che un detto vuole che ci siano 365 ricette per cucinarlo, una al giorno. Perché davvero ogni giorno lo mangiavano i marinai portoghesi che navigavano per gli oceani per unire il vasto impero di Lisbona. Eppure non si è ancora riusciti a capire come sia stato possibile che il Baccalà sia diventato il piatto nazionale del Paese lusitano. Ora nella capitale portoghese ha da poco aperto un museo interattivo, il Cento interpretativo da Historia do Bacalhau, che proverà a rispondere a questa domanda. Un museo di due piani che si affaccia sul Terreiro do Paço, la grande piazza con vista Tago che chiude verso il fiume la storica Baixa pombalina, il quartiere geometrico costruito dopo il devastante terremoto di Lisboa del 1755. Al suo interno viene raccontata l’avventurosa epopea della pesca del merluzzo nei mari del Nord, con l’arrivo nella Baia di Terranova dei navigatori portoghesi e l’inizio della pesca e del commercio, la sua conservazione e i mille modi in cui è entrato a far parte della dieta dei portoghesi. C’è anche un negozio dove acquistare il miglior baccalà disponibile sul mercato e libri di ricette per imparare a cucinarlo, oppure, se siete golosi, un ristorante dove assaggiarlo nelle sue mille varianti. Un museo particolare, che riflette sulla storia del Portogallo e sull’identità del Paese. Perché mai come questa volta è vero che siamo quel che mangiamo.