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Sul fatto che la pizza con l’ananas sia qualcosa che va contro il buon senso sono tutti d’accordo, almeno qui in Italia. All’estero la questione è più controversa e assai dibattuta. Se ne accorto suo malgrado il presidente islandese Gudni Thorlacius Johannesson che negli ultimi giorni è diventato suo malgrado un alfiere della pizza senza ananas. Mentre si trovava in visita in una scuola di Akureyri, cittadina nel nord del Paese, il presidente ha risposto ad alcune innocue domande degli studenti che gli chiedevano quale fosse la sua squadra preferita (il Manchester United) e cosa ne pensasse dell’ananas sulla pizza. Questione che deve essere di vitale importanza per i giovani islandesi, considerato che il piatto nazionale, il Þorramatur, tra i suoi ingredienti comprendi testicoli di montone marinato, squalo putrefatto, teste di pecora alla brace.
«Se ne avessi il potere bandirei immediatamente l’ananas dalla pizza» ha detto scherzando il presidente. La battuta è stata raccontata da un quotidiano locale, ripresa su Twitter, rimbalzata su Facebook e ne è nato immediatamente un «pineapple pizza gate» virale che ha animato il dibattito. Ci sono i libertari, che difendono il diritto a mettere sulla pizza quel che vogliono; e i puristi di scuola napoletana, per cui l’ananas è una bestemmia. Del resto la pizza è una cosa seria. Così non fosse non sarebbe stata candidata al titolo di Patrimonio culturale immateriale Unesco (ecco la storia, nella nostra news dedicata). Titolo cui non aspirano diverse catene di pizzerie americane che fiutatando l’aria hannolanciato una pubblicità con la pizza all’ananas in primo piano e il rassicurante slogan «Da noi non è ancora bandita».
LA PIZZA CON L'ANANAS: INVENZIONE CANADESE
La pizza con l’ananas non è una invenzione hawaiana, ma canadese. Pare infatti che l’esperimento (come definirlo altrimenti?) sia merito di Sam Panopoulos, ristoratore dalle chiare origine greche, che nel 1962 per primo avrebbe osato mettere il frutto sciroppato (neanche fresco!) sulla pizza assieme al prosciutto. Da allora l’Hawaian pizza è onnipresente nei menu di mezzo mondo, con buona pace di noi italiani.
Ma la questione non è finita qui. Ripreso da Cnn e Bbc il «pineapple pizza gate» è cresciuto al punto che il presidente islandese – che in patria ha un indice di popolarità stratosferico, il 97%, e forse teme di perderlo – si è sentito in dovere di replicare. In un comunicato pubblicato sulla sua pagina Facebook ha specificato di «non avere il potere di fare leggi che proibiscano alle persone di mettere l’ananas sulle loro pizze. E sono felice di non averlo. I Presidenti non dovrebbero avere poteri illimitati. Non vorrei vivere in un Paese dove il presidente può proibire quel che non gli piace. E quanto alla pizza raccomando quella con i frutti di mare». Alle volte le pezze sono quasi peggio dei buchi che si vogliono colmare.
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