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Maria Callas e Milano, un rapporto intenso che ha segnato la traiettoria artistica e la biografia della “divina”. Il prossimo 2 dicembre saranno trascorsi 100 anni dai natali di Anna Maria Kalogeropoulos (New York, 2 dicembre 1923 – Parigi, 16 settembre 1977). statunitense di origine greca, naturalizzata italiana e infine greca.
La soprano visse alcuni anni sotto la Madonnina, intrecciando i successi al Teatro alla Scala con la vita mondana nei salotti meneghini degli anni ’50. A Milano Maria Callas portò in scena 23 titoli, per 26 spettacoli e sei ouverture di stagione, e Milano la celebrerà come “una delle figure più influenti nella storia dell’opera” con una programmazione di eventi artistici, mostre e iniziative che cercano di raccontarla esplorando con linguaggi diversi i molti diversi aspetti della sua straordinaria vita di donna e di artista.
Il “Callas day” sarà ovviamente il 2 dicembre. Il Teatro alla Scala per l’occasione presenterà alle 17.30 il documentario “MYCALLAS” di Roberto Dassoni: un film documentario, realizzato in occasione del centenario, e animato dalle voci di molte delle persone che l’hanno conosciuta dentro e fuori la scena.
Nello stesso giorno, a pochi metri dalla Scala, le Gallerie d’Italia Milano apriranno gratuitamente la mostra «Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo», mentre alle 20.30 al Piccolo Teatro di Milano (Grassi) Concita De Gregorio, insieme ad altri ospiti, rileggerà il rapporto complesso e intenso tra Maria Callas e Pier Paolo Pasolini sul set di “Medea”.
La traviata; foto di Erio Piccagliani Teatro alla Scala
A preparare l’attesa del 2 dicembre saranno due mostre. Dal 17 novembre, il Museo del Teatro alla Scala ospita FANTASMAGORIA CALLAS, in cui verrà raccontata l’influenza che la Callas ha esercitato sul mondo dell’arte, della letteratura, del cinema. Cinque le sale, ognuna affidata a un artista: a Giorgio Armani il compito di rappresentare la moda con un «abito-voce»; ad Alvin Curran la musica di oggi, con una rielaborazione di registrazioni storiche; a Francesco Vezzoli e Latifa Echakhch l’arte contemporanea; a Mario Martone il cinema, con un cortometraggio in cui Sonia Bergamasco rilegge la fascinazione esercitata da Callas sulla poetessa Ingeborg Bachmann. Tutti loro sono ripresi da Francesca Molteni, con Mattia Palma, in un documentario che testimonia il making of della mostra: Maria Callas figura infatti in mostra in due sole foto e nello sguardo dei cinque artisti di oggi.
Dal 9 novembre ha invece inaugurato alle Gallerie d’Italia, che guardano la Scala dall’altro lato della piazza, una mostra curata da Aldo Grasso, che esibisce 91 immagini che coprono l’arco cronologico dal 1954 al 1970 e dà spazio al prezioso patrimonio costituito dalle numerose stampe d’epoca presenti nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, molte delle quali inedite o mai esposte, privilegiando immagini che ritraggono la Callas nella quotidianità del “fuori scena”.
Anche nella chiesa di San Gottardo in Corte (la “chiesa degli artisti”, dietro a Palazzo Reale), si omaggia la Callas attraverso un oggetto che l’ha accompagnata per molta della sua vita. La Veneranda Fabbrica del Duomo mostra dal 4 dicembre all'8 gennaio un dipinto del Settecento (dono fatto a Maria Callas da Gian Battista Meneghini alla vigilia del suo debutto all’Arena di Verona il 1° agosto 1947) senza il quale l'artista non andava in scena.
Tra gli altri eventi, dal 24 novembre al 9 dicembre la Biblioteca Sormani presenta alcuni dei suoi vinili divenuti oggetto di culto, con registrazioni storiche alla Scala tra il 1951 e il 1958, mentre il video «Callas, voce assoluta» ripercorrerà le tappe più importanti della sua carriera.
Maria Callas in uno scatto di scena
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