Si sono scomodate persino le associazioni dei consumatori, forse in crisi da astinenza per cause più degne. Mentre l'Egitto è in fiamme spaccato tra esercito, bande paramilitari e fratelli musulmani, morti, feriti, cecchini, bombe, rivolte, si scopre che per fortuna una infima percentuale di italiani vuole sfidare la sorte (o semplicemente si ostina a ignorare giornali, tv, web e persino le chiacchiere nei bar) e pretende di andare a passare le vacanze in Mar Rosso, come se non fosse Egitto, in uno dei fortunati resort sorti nel tempo nella penisola del Sinai.
La Farnesina all'inizio della rivolta del Cairo si è limitata a raccomandare ai turisti ostinati almeno di non uscire dai loro compound e di evitare le escursioni. Poi ha rotto gli indugi e vista la gravità della situazione in Egitto, come altre diplomazie invita caldamente i connazionali a non andare ora. Sembrerebbe ragionevole.
Fare il turista in un paese in guerra, dove ogni momento e ogni luogo potrebbe essere coinvolto da un'esplosione di rabbia o da qualche odio religioso sembra davvero una cosa pericolosa, imbarazzante e del tutto sconsiderata. Eppure evidentemente, soprattutto da quando hanno sciaguratamente abolito la geografia nelle scuole c'è chi, ignorante quanto prepotente pretende di andare dove gli pare. Tranne poi, in caso di bisogno, invocare piagnucolando, all'italiana, l'intervento della madonna, dei santi o almeno delle teste di cuoio per essere recuperati , abbronzati, in costume, con le pinne e la ciambella.
E voi che ne pensate? Ve la sentireste di partire ora per una vacanza nei resort del mar Rosso? Aspettiamo i vostri commenti e le vostre opinioni.