Un evento del genere in Italia si vede raramente. Domani, giovedì 20 maggio, sarà inaugurata a Milano Pig Island la prima mostra interamente dedicata a un grande esponente dell’arte contemporanea americana, Paul McCarthy (meno famoso del McCartney dei Beatles) per iniziativa della Fondazione Trussardi che, pur non avendo una sede fissa, regala ai milanesi l’opportunità di entrare in palazzi spesso chiusi. In questo caso saranno protagonisti gli spazi di palazzo Citterio (via Brera 14, fino al 4 luglio).

Quindi una doppia occasione: per vedere le mastodontiche opere del creativo statunitense e per entrare in uno dei tanti piccoli gioielli milanesi tenuti nascosti. Però bisogna andarci preparati. Sì perché McCarthy non è un artista facile. No, non si tratta delle ennesime opere super concettuali e minimali che non si capisce bene cosa vogliano dire. In questo caso si capisce davvero tutto. Forse anche troppo. McCarthy esplicita le sue fantasie, le perversioni, i suoi bizzarri estremi, che sono poi comuni alla società contemporanea, rendendo tutto quasi pornografico. Non è una mostra per palati delicati, questo lo ribadiamo.

L’artista, da oltre 30 anni, provoca con le sue opere e le sue perfomance. Ma non è mai una provocazione fine a se stessa, anzi. Ogni volta che ci si imbatte in un vernissage a lui dedicato o alla proiezione di uno dei suoi video, la tentazione è di chiudere gli occhi di fronte alle immagini provocatorie (molte comprendono l’utilizzo del suo corpo in ogni sua parte), alla forte esposizione di simboli del mondo globale trasfigurati (il ketchup per esempio), allo scempio di volti famosi (Bush e Angelina Jolie tra i suoi preferiti), eppure, resistendo, una risata viene fuori, un pensiero in più contro la cultura dominante, spesso appunto dominata dalla pornografia mascherata da intrattenimento. Paul McCarthy e la sua controcultura non hanno perso in lucidità. Uno dei pochi ex figli dei fiori a non averlo fatto.

Vi invitiamo a vederla questa mostra, peraltro gratuita, lasciando fuori dal portone di palazzo Citterio i pregiudizi, ma entrando a stomaco vuoto. Non si sa mai.