Se è vero che la vita è un pallone rotondo, allora Milano è una città rotonda. Rotonda perché è una città di calcio, dove i novanta minuti della domenica (che poi oramai è sabato, lunedì etc etc) durano in realtà tutta la settimana. Settimana in cui si parla, certo, perché parlare di calcio è l’anima del tifo, ma in cui poi in tanti si allenano, giocano, praticano. Perché il calcio ha questo di bello, che si guarda, ma in tutte le sue forme si fa anche. Si fa così tanto che a Milano il calcio è anche una forma di economia, perché qui ha sede il più importante giornale sportivo italiano, la televisione privata che sul calcio ha fatto le sue fortune, ma anche la Lega e decine di altre società, dalla comunicazione al marketing, legate al pallone. Per non parlare di Inter e Milan, ovvio, o del museo dello stadio di San Siro, che è il secondo museo più visitato di Milano. Per questo il festival Milanocalciocity, dal 27 al 29 settembre, è l’occasione per vedere una città che si mette in gioco e ci racconta una (propria) idea di calcio attraverso le storie di oggi e di domani delle persone che amano il gioco del calcio, dalla strada a San Siro, dal calcio-balilla al Derby, dall’inclusione al calcio integrato e ipertecnologico. Un appuntamento che ha il suo cuore in Triennale, dove si parlerà dal calcio di ieri e di oggi, si presenteranno libri, ci si confronterà sulle filosofie opposte che stanno alla base delle differenti fedi sportive, ma anche su temi economici e di diritto dello sport. E, ovviamente, sarà anche l’occasione per vedere tutti insieme le partire della Seria A in tv, ma anche documentari come quello su Maradona appena uscita, o il film di Ken Loach su Eric Cantona. Perché la vita è un pallone rotondo, ma alcune vite sono più rotonde di altre.