Il 24 giugno il centro Studi Tci ha presentato il Dossier Musei 2009, con i dati relativi ai 30 più importanti siti culturali, museali e archeologici italiani. Il Dossier è scaricabile in versione pdf a questo link, dove è anche presentata la ricerca.
Fra tanti numeri negativi legati principalmente all'affluenza di pubblico – solo 6 strutture su 30 hanno registrato nel 2008 un aumento dei visitatori, e questo trend è confermato anche per i primi mesi del 2009, pur con qualche miglioramento –, spicca un numero sostanzialmente positivo, che vorremmo diventasse spunto di riflessione e di dibattito: la crescita costante dei musei scientifico-naturalistici, come la Città della Scienza di Napoli e l'Acquario di Genova.
I musei scientifici e naturalistici si sono profondamete evoluti negli ultimi anni (ne ha parlato diffusamente Qui Touring nel numero di gennaio 2009, vedi articolo correlato), attirando un numero sempre maggiore di visitatori. L'Acquario di Genova è il capofila, con 1.212mila ingressi lo scorso anno, seguito dal Bioparco di Roma con 780mila; quelli che registrano il maggiore incremento di ingressi nel 2008 sono invece la Città della Scienza di Napoli e la Città dei bambini e dei ragazzi di Genova, rispettivamente +17,5% e +15,5%.
Il futuro degli spazi espositivi culturali è dunque in questa direzione? Quanto pesano la maggiore capacità di attrarre le famiglie e le scolaresche, e un numero di servizi aggiuntivi nettamente superiore a quelli dei musei tradizionali? Dobbiamo immaginare un futuro in cui le pinacoteche saranno appannaggio di (molti) studiosi di storia dell'arte e di (pochi) turisti stranieri? E ancora: la crisi del museo tradizionale è legata all'exploit dei science centre, o ha radici più profonde? Il dibattito è aperto.