LABORATORIO MILANO
In realtà Bitride non presenta soltanto il primo servizio di bike sharing esclusivamente dedicato alle bici a pedalata assistita. Finanziato con 2,5 milioni di euro dal programma Horizon 2020 della Comunità Europea, il progetto ha un respiro più ampio sotto l’egida del Politecnico di Milano. Vede infatti da un lato la collaborazione di Vodafone, che ha curato il sistema telematico e di analisi dei dati di localizzazione satellitare, e dall’altro Zehus, azienda che è uno spin off del Politecnico e ha sviluppato il motore elettrico delle biciclette.
Altra innovazione delle bici Bitride, nonché obiettivo primario del progetto, è fornire un servizio che combatta gli usi scorretti delle bici e il vandalismo. Come? Il sistema di bordo è programmato per orientare (e premiare) l’utente se lascia la bici in una sorta di rastrelliera virtuale, spazio pubblicodove la sosta non è di intralcio ai pedoni e rende le biciclette di facile ri-presa da parte degli altri utilizzatori. I sensori di bordo, inoltre, sono in grado di segnalare il “maltrattamento” della bicicletta, facendo scattare penalizzazioni che incoraggino l’utente a “cambiare stile”.
Costruite su telaio della olandese Darfon, le bici Bitride hanno (purtroppo per chi le usa sui selciati del centro storico di Milano) gomme piene antiforatura; inoltre, freni al mozzo, viti e dadi antifurto, impianto di illuminazione che integra stop e frecce direzionali come sui ciclomotori, grazie all’utilizzo dei sensori di inerzia.