Riapre il 19 maggio il Museo del tessuto di Prato. E nel farlo prolunga la mostra «Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini dal film di Matteo Garrone» fino al 25 ottobre, in modo da dare a tutti la possibilità di andare a vederla. Costumista cinematografico tra i migliori in Italia. Massimo Cantini Parrini ha realizzato oltre 30 costumi per il pluripremiato Pinocchio di Matteo Garrone, regista con cui aveva collaborato anche per Il racconto dei Racconti e Dogman. E proprio in questi giorni grazie a questo lavoro Massimo Cantini Parrini si è aggiudicato il David di Donatello, il quarto della sua carriera, per i migliori costumi a riprova, se ce ne fosse bisogno, che il suo è un talento come ce ne sono pochi in giro.
Del resto Cantini Parrini si è formato alla scuola del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, studiando “costumi” con il premio Oscar Piero Tosi, ed esordendo nel cinema come assistente costumista accanto a Gabriella Pescucci, anche lei premio Oscar, con cui ha collaborato per oltre dieci anni per grandi produzioni cinematografiche internazionali e allestimenti di teatro lirico. Non solo, Cantini Parrini affianca alla sua professione di costumista una straordinaria passione per gli abiti d'epoca che colleziona fin da ragazzino. La sua raccolta vanta più di 4.000 pezzi, che spaziano dal 1630 al 1990, tutti originali e di creatori e stilisti iconici, dai quali spesso trae spunto ed ispirazione per realizzare i suoi costumi.
Il percorso della mostra al Museo del tessuto di Prato è articolato in due sezioni: la prima dedicata al costumista, alle sue fonti d'ispirazione ed al suo lavoro creativo attraverso video, campionature di tessuti, capi d'abbigliamento storici del XVIII e XIX secolo provenienti dalla sua collezione e utilizzati come fonti di ispirazione per la creazione degli abiti del film. La seconda prevede l'esposizione di oltre trenta costumi dei principali personaggi del film, accompagnati da immagini tratte dal film stesso e da alcuni oggetti di scena.