Dal 2001 ogni mese presentiamo diversi libri su Qui Touring. Libri di narrativa, saggistica, reportage, talvolta biografia o autobiografie, che hanno un comun denominatore forte: il mondo del viaggio. Eppure c’è un genere di cui ancora non avevamo parlato, e che abbiamo anzi difficoltà a definire: le storie di chi viaggia per lavoro. O meglio, di chi viaggia perché il lavoro lo porta spesso all’estero, e ha trovato il tempo di raccontare la sua vita da trasfertista, ma anche di chi viaggia per trovare un nuovo lavoro e una nuova vita. E infine di chi viaggia... perché il lavoro non ce l’ha più. Ebbene, per ognuno di questi casi vogliamo segnalarvi un libro in cui ci si sposta molto, ma di turismo non ce n’è neanche l’ombra.
Giancarlo Orsini monta, smonta e ripara macchinette automatiche: caffé, bibite, sigarette... tutta farina del suo sacco. In oltre ternt’anni ha girato il mondo armato di passaporto, chiave inglese e tanta curiosità. Poi arriva la battuta di una collega – “Giancarlo, con le tue storie bisognerebbe scriverci un libro!” – e la folle idea si concretizza: con l’aiuto di uno che sa scrivere, Ferdinando Conti, perché “io son mica buono, so solo raccontare”, Orsini mette nero su bianco le sue trasferte di lavoro, dalla Nigeria alla Bulgaria, Dal Nepal all’Angola, fino in America, partendo da quel lontano 1971 in cui gli fu detto, e sembrava uno scherzo, Lei si prepari per la Finlandia, che è diventato il titolo del libro pubblicato da Giraldi Editore.
Francisco Jiménez, insegnante di Lingue e letterature romanze all’Università di S. Clara in California, ha riunito ricordi della sua infanzia, trascorsa in un piccolo villaggio messicano vicino a Guadalajara, lavorando nei campi assieme alla sua famiglia, e della sua adolescenza, piena di sacrifici volti allo studio e al sogno di una vita migliore, oltre la frontiera statunitense, tenendo sempre pronte le proprie cose dentro casse di cartone, in attesa di una partenza con la p maiuscola. Questi racconti, semiautobiografici, sono ora riuniti in una piccola raccolta intitolata appunto Casse di cartone, pluripremiata negli Usa e pubblicata in Italia dalla Tipografica Editrice Achille di Anagni (Fr).
Infine, la storia di un viaggio, anzi, di due diversi viaggi, il primo in Bosnia e il secondo in Afghanistan, nati quasi per caso il giorno in cui Roberto Boltri si ritrova, a 50 anni, senza lavoro. Con molta generosità e una buona dose di incoscienza, nel giro di 24 ore accetta di partire come volontario per le Nazioni Unite. Un esubero in Turkestan, edito da Wizarts, piccola casa editrice marchigiana, è il racconto in prima persona di quelle due esperienze di viaggio.
Tre storie diverse che testimoniano un modo di viaggiare impensabile fino a cinquant’anni fa, e che invece oggi fanno parte del nostro quotidiano. Vi invitiamo a segnalarci altre storie che come queste, pur parlando di viaggi, con il turismo non hanno niente a che fare.